Roma, 10 Sett – L’omicidio di Willy Monteiro è diventato un caso mediatico, montato da un certo tipo di giornalisti a cui si sono accodati una serie di vip, tutte belle menti che hanno già sentenziato sul movente: razzismo. Sull’onda emotiva di questo delitto coi connessi attributi politici, gli utenti social si sono scatenati. Commenti ingiuriosi sono arrivati persino alla nipotina di uno dei fratelli Bianchi, oltre che alla compagna che è incinta. Già qualche giorno fa, però, c’era chi aveva preso una posizione fuori dal coro: è Luca Bizzari, l’ex Iena, ora a capo della Fondazione Palazzo Ducale di Genova. E la sua opinione ha mandato in tilt e ha fatto incazzare i suoi stessi follower.
Lo scabroso garantismo di Bizzarri
Poi, visto il bailamme social scatenato dalle sue inaspettate dichiarazioni (Bizzarri è stato nei trend di Twitter per due giorni), il conduttore torna sull’argomento: “Un assassino è “presunto” fino a che un tribunale dice che è un assassino” twitta, e insiste “un paese che fatica, o più spesso rinuncia, a comprendere questo concetto, non può migliorare. Un popolo che vuol farsi giustizia da sé è un popolo senza giustizia. È un popolo, appunto, di picchiatori”. Non una parola sul razzismo, ancora, sui moventi o sulla dinamica del fatto: solo la puntualizzazione garantista che va a contrastare tutto quell’odio “buono” che ha fatto sentire qualcuno legittimato nel dare della “troia” ad una neonata, colpevole di essere sull’Instagram di Bianchi.
“Quindi fino a Norimberga i nazisti erano presunti assassini?” commenta qualcuno, scomodando Göring & Co. (ah, il senso della misura dei semicolti social). “Questi erano da considerare assassini già prima della morte di #WillyMonteiroDuarte visti i precedenti. Non devi essere per forza l’originale fuori dal coro”. “La presunzione è di fronte alle legge, non la natura ontologica. Se uccidi, sei assassino. Se uccidi e vai in galera sei assassino di cui è stata dimostrata la colpevolezza. Se uccidi e vieni assolto sei assassino di cui non si è dimostrata la colpevolezza, ma rimani assassino”, commenta qualcuno. Ma Bizzarri è impassibile: “Sono d’accordo, ma qualcuno lo deve appurare se hai ucciso o no. Se vuoi lasciare questo compito a Twitter, auguri”.
3 comments
Se siete davvero convinti che non ci sia un problema di subcultura che va a braccetto con tendenze estremistiche, allora non avete bisogno di evocare garantismo e difendere in maniera così forte chi non è stato ancora condannato, perché in democrazia questo va da sé.
Fatto sta (eccome se ci sta) che provo pena per la signorina che porta in grembo il figlio di un animale del genere e che ha saputo che questa bella persona stava fottendo con una sconosciuta in un cimitero insieme ad altri ragazzi e ragazze, mentre lei era da sola e in gravidanza avanzata con la panza all’aria sul letto.
Dunque, nonostante la signorina con tette, culo e labbra rifatte tipo buchona narcos (se legge qualcuno dell’entourage degli arrestati non si offenda perché non sto insultando nessuno, buchona non è una cattiva parola romanesca), possa risultare social-antipatica, poco aggraziata nelle sue pose ammiccanti anche e soprattutto quando si sforza di incarnare il modello ideale di donna italoforzista militante, ciò non deve farci scordare che anche lei è vittima di questo vuoto culturale e sociale del nostro povero paese.
La subcultura, specie tossico sostenuta, può andare a braccetto con tutte le tendenze…
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