Roma, 9 gen – Chiariamoci. Checco Zalone non si รจ tesserato nรฉ all’Anpi, nรฉ al Pd. Ci sarร forse rimasto male Paolo Virzรฌ, autore del soggetto di Tolo Tolo. Il regista livornese – che la tessera dem ce l’ha in tasca – si รจ visto “scippare” la regia dell’ultimo film campione di incassi del comico barese, che sostanzialmente ha preso l’idea di Virzรฌ e l’ha modellata a modo suo. Nonostante la “zalonizzazione” di Tolo Tolo, a sinistra sono andati in brodo di giuggiole: da Repubblica fino ai siti piรน sfigati di radical chic, sostanzialmente รจ tutto un festeggiamento per “l’inversione di rotta di Checco”. Stavolta si “ride meno e si riflette di piรน”, ci dicono i compagni, che di solito tradotto significa che il messaggio che passa gli garba. Hanno ragione? Sรฌ. Con dei distinguo. Ma alla fine sรฌ.
Checco รจ sempre politicamente scorretto. E non รจ poco
Procediamo per gradi. Per primi avevamo accolto positivamente il carattere politicamente scorretto del lancio del film: il videoclip di “Immigrato“ utilizzava toni che avevano causato l’ira degli immigrazionisti piรน convinti, come quelli del Baobab, ai quali la rappresentazione degli immigrati sotto forma di “scocciatura” per gli italiani, e non di “risorse”, non era andata giรน. Rispetto al lancio, nel film c’รจ un elemento di continuitร e al tempo stesso anche un elemento di rottura.
L’elemento di continuitร รจ rappresentato dal linguaggio e dall’approccio. Checco Zalone รจ sempre politicamente scorretto. Prende in giro tutti, senza distinguo e senza remore. Gli italiani, gli africani, i radical chic, i calabresi, i sovranisti, chiunque. Non fa prigionieri. Su questo piano รจ difficilmente ascrivibile ad una parte o all’altra. Ed รจ quello che lo rende antipatico a chi si pone in maniera eccessivamente “ideologizzata” al suo personaggio (come i compagni del Baobab). C’รจ perรฒ un fatto da non sottovalutare: quello della libertร di parola oggi rappresenta un fronte giร di per sรฉ. Chi decide di non sottostare ai diktat del linguaggio (come i Feltri o gli Sgarbi della situazione) esce giร in qualche modo dal coro del pensiero unico. E questo รจ il motivo per cui vogliamo ancora bene a Checco.
Tolo Tolo conferma la narrazione di sinistra
L’elemento di discontinuitร รจ il film stesso. Inteso come trama, svolgimento, scrittura. Tolo Tolo conferma in maniera sostanziale la narrazione di sinistra sull’immigrazione. Checco Zalone si trova in Africa per sfuggire ai debiti, alle tasse e alle ex mogli. In questo contesto i suoi finti problemi vengono messi a confronto in maniera paradossale ai veri problemi di chi si trova in Africa, alle prese con Boko Haram, la guerra e la fame. La sua famiglia italiana lo vuole morto per recuperare i soldi, mentre la sua nuova famiglia africana, i suoi compagni di viaggio, lo aiutano nel suo intento di tornare in patria da clandestino. E cosรฌ la realtร , che ci dice che a sbarcare in Italia per l’80% sono giovani maschi senza titolo di studio che non scappano da nessuna guerra, viene ribaltata. Con Checco in fuga insieme ad una donna, un bambino, un giovane intellettuale e pure un medico.
Mentre con i suoi amici africani affronta “il grande viaggio” verso l’Europa superando peripezie e pericoli (tra cui i famigerati lager libici, altro feticcio della sinistra), in Italia la sua famiglia sfrutta la sua scomparsa per andare in tv e gridare “prima gli italiani”. In tutto questo Checco lancia piรน di una frecciatina a “sinistra”: ironizza sull’arretratezza e la corruzione dell’Africa senza addossare colpe agli occidentali, scherza su quelli delle Ong “coi soldi” e smaschera l’ipocrisia del giornalista radical chic francese che finge di volerli aiutare ma al quale interessa solo lo scoop. La presa in giro nei confronti degli italiani intesi come “elettore medio di Salvini” appare perรฒ piรน forte, perchรฉ piรน connessa alla storia e al personaggio stesso di Zalone. A Checco in alcuni momenti “sale il fascismo”, inteso come intolleranza nei confronti degli immigrati che esce dalla “pancia” (ricorda nulla?). A spiegargli che il fascismo “si cura con l’amore”, e che “abbiamo tutti il fascismo dentro, con lo stress viene fuori” ci pensa il migrante africano che fa il medico.
L’arrivo in Italia e il lieto fine
E cosรฌ Checco sale sul barcone insieme agli immigrati e dopo un naufragio a salvargli la vita saranno i volontari di una Ong spagnola. Per colpa della politica rimarranno per giorni “ostaggio” in mare, finchรฉ sempre a causa della politica (redistribuzione nei Paesi Ue) verranno spediti col pallottoliere nei vari Stati. A Checco toccherร il rientro in Italia e insieme ad una volontaria Ong riuscirร a compiere quella che ormai รจ la sua missione: far ricongiungere il piccolo Dudรน con il padre. Ci riuscirร dopo averlo trovato ad un “festival delle contaminazioni” a Trieste dove l’africano fa il pittore (fargli fare lo spacciatore al parchetto o l’ambulante sarebbe stato troppo realistico e poco poetico). E cosรฌ si arriva al lieto fine, in una sorta di sogno dove Checco si sposa in Italia con l’africana Idjaba e l’intellettuale Oumar potrร finalmente diventare un regista impegnato. Nel gran finale c’รจ anche spazio per la canzone della “Cicogna strabica”, videoclip in cui Zalone spiega ad un gruppo di bambini africani che non รจ certo colpa loro se sono stati sfigati a nascere in Africa.
Tolo Tolo รจ dunque un film pro immigrazione, nel senso che giustifica le ragioni di chi parte dall’Africa per venire in Europa. Non รจ un film buonista fino in fondo, perchรฉ mette in guardia gli immigrati sul fatto che in Italia non troveranno quello che si aspettano (“venite a raccogliere i pomodori”), non considera l’immigrazione una risorsa (il padre di Dudรน ci dice chiaramente che non ci pagherร le pensioni) e non ascrive agli occidentali le colpe dell’arretratezza e dell’Africa (nella canzone della cicogna si allude probabilmente anche alla questione del sovrappopolamento). Resta perรฒ l’immagine simpatica e scanzonata dei poveri immigrati che scappano dalla guerra, fenomeno normalizzato e reso tutto sommato digeribile dalla simpatia di Checco. Il che non cambierร senz’altro gli equilibri politici, ma se alla redazione dell’Espresso il film รจ piaciuto un motivo c’รจ.
Davide Di Stefanoย
7 comments
E’ come un film giapponese: nakakata.
“… Resta perรฒ lโimmagine simpatica e scanzonata dei poveri immigrati che scappano dalla guerraโฆ ”
https://www.unionesarda.it/articolo/news-sardegna/cagliari/2020/01/09/spaccio-in-via-roma-10-arrestiil-gip-una-presenza-militare-136-973315.html
Mah… Zalone โpolitically uncorrectโ non lo vedo proprio, quale retorica di marketing! Se cosรฌ fosse avrebbe detto: giovani africani non venite nellโEuropa finita, costruite il vs paese! Invece ha mantenuto il filone dei poveri immigrati. Ne abbiamo a suff
Daje de punta, daje de tacco……Zalone furbetto!
Quando l’ironia sorniona e furbesca sugella la nostra scomparsa e la nostra sostituzione ad opera di allogeni del paleolitico!
A me verrebbe in mente che se doveva girarlo Virzรฌ รจ perchรจ Zalone non รจ troppo distante da quelle idee, visto che tutti i suoi film precedenti hanno una morale progressista.
Io NON guarderรฒ il film, d’altronde poco importa: Checco diventerร milionario anche senza i miei denari. Non posso guardare un film piaciuto a “L’Espresso”
Zalone quindi ospiterร a casa sua, con i tanti milioni che ha, tanti “poveri africani”? O forse come tanti immigrazionisti , compreso el papa,vuole fare pagare agli altri il costo della ospitalitร ??Sicuramente il film non lo vedrรฒ, perchรจ il moralozzo da uno come Zalone non mi interessa proprio