Gli album editi in occasione dei mondiali avevano una discriminazione ancora più marcata, e delineavano la geografia calcistica meglio di qualsiasi classifica Fifa; le asiatiche, le africane e le nordamericane non avevano diritto alla doppia pagina, il calcio per la Panini era una scienza esatta e l’Egitto non avrebbe mai avuto lo stesso spazio del Brasile, i coreani si sarebbero dovuti stringere in due in una figurina se erano nello stesso girone con Italia e Argentina. E poi c’era lei, il simbolo incontrastato e immutato, la rovesciata di Parola, immortalata in quella posa plastica che per anni ha accompagnato la fantasia di ogni calciatore in erba: realizzare un gol con la perfezione di quel gesto tecnico elegante e potente allo stesso tempo, ignari che si trattasse, in realtà, di un rinvio difensivo avvenuto in un Fiorentina – Juventus del 1950.
Francesco Pezzuto
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