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Champions League, il primato degli allenatori italiani

by Marco Battistini
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Roma, 10 feb – Se ultimamente fuori dai confortevoli confini nazionali il pallone italiano se l’è passata decisamente male, altrettanto non possiamo dire dei nostri connazionali che il calcio lo insegnano per professione. Un profilo, quello dell’allenatore italiano, sempre richiesto all’estero. Come, ad esempio, nella ricca e seducente Premier: dal decano delle grandi panchine europee Ancelotti fino al giovane De Zerbi, passando per Mancini, il sorprendente Ranieri, Conte e Sarri. Martedì riaprirà i battenti la Champions League. In tal senso non è un caso che la truppa più affollata sia – al pari dei tedeschi – proprio la nostra. Sì, perché con le qualificazioni agli ottavi di Inter, Milan, Napoli, Real Madrid e Tottenham saranno ben cinque i tecnici italiani protagonisti nella prestigiosa vetrina della coppa dalle grandi orecchie. Superato quindi il precedente primato datato 2012. Identiche le compagini nostrane (guidate rispettivamente da Ranieri, Allegri, Mazzarri) a cui si aggiungeva lo Zenit San Pietroburgo del “superstite” Spalletti.

Champions League, Re Carlo punta alla decima

Partiamo dai numeri di Ancelotti. Unico ad aver trionfato nei cinque maggiori campionati del Vecchio Continente e conquistato quattro volte la fu Coppa dei Campioni. Dove risulta essere il più vincente anche per numero di partite portate a casa. Il pallottoliere europeo è fermo – si fa per dire – a quota nove trofei. Arrivare fino in fondo e festeggiare ad Istanbul vorrebbe dire fare cifra tonda. Certo la sfida con il Liverpool ha il sapore di finale anticipata (anzi, ripensando al maggio scorso, posticipata) e ci sono almeno tre squadre più avanti sulla lista delle favorite. Ma mai dare i blancos sconfitti in partenza, né tantomeno Re Carlo.

Spalletti e Inzaghi, obiettivo quarti: si può fare

Decisamente più facili, almeno sulla carta, saranno gli impegni di Spalletti e Inzaghi. Entrambi chiamati a rispondere presenti anche in campo europeo, arrivano all’ostacolo degli ottavi con situazioni – e motivazioni – del tutto differenti.

Forte del fieno messo in cascina nella strepitosa prima parte di stagione, l’uomo che sta facendo tornare grande il Napoli può guardare all’Eintracht Francoforte con una discreta tranquillità. Certo, lo scudetto è ancora tutto da vincere, ma con un margine davvero importante, il toscano (da qualche settimana primatista di vittorie in Serie A) avrà sicuramente fatto i calcoli per arrivare preparato anche all’appuntamento continentale. Discorso diverso per il nerazzurro: battere il Porto e proseguire in Europa vorrebbe dire indorare l’altalenante stagione. E, fatto assolutamente non secondario, dare ossigeno alle prosciugate casse della proprietà cinese. Più a suo agio nelle coppe rispetto al campionato, il piacentino ha tutte le carte in regola per meritarsi la pratica dei quarti di finale.

Pioli contro Conte

Certamente una testa tra quelle dei fantastici cinque dovrà saltare. Il sorteggio ha infatti messo uno contro l’altro i protagonisti della Serie A 2020/21. Milan-Tottenham, gara inaugurale degli ottavi nella notte di San Valentino, vorrà dire soprattutto Pioli contro l’ex interista Conte. Rispetto ai cugini e agli azzurri, per i rossoneri un avversario decisamente ostico. Due squadre che comunque sono chiamate a fare di più: se il Diavolo sta vivendo il peggior periodo dell’ultimo triennio, gli Spurs – finalisti nel 2019 – hanno passato momenti migliori. Anche se domenica hanno battuto il Manchester City.

Quello visto nelle prime battute del 2023 è comunque un Milan troppo brutto (ovvero deconcentrato, spuntato e remissivo) per essere vero. Invertire completamente la rotta nel giro di pochi giorni non sarà facile. Insomma a San Siro Tonali e soci potrebbero accontentarsi del classico brodino, a patto di rimettere insieme i cocci e presentarsi a Londra – tra quasi un mese – con una mentalità totalmente diversa. Avere tre rappresentanti tra le migliori otto d’Europa significherebbe un gradito ritorno…al futuro.

Marco Battistini

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