Roma, 9 mag – E’ nel Dna di ogni italiano andare forte su una macchina da corsa. Nel corso della storia, infatti, gli esempi di personaggi provenienti dalla nostra nazione che hanno reso grande il mondo delle corse è immenso. Basta citare il talentoso Alberto Ascari, il grande Enzo Ferrari, il celeberrimo e compianto Michele Alboreto e poi, ancora, Riccardo Patrese, Giancarlo Fisichella e l’attuale portacolori italiano in Formula 1, Antonio Giovinazzi. La lista è ancora lunga e sarebbe difficile elencare tutti i talenti tricolori che, nel corso degli anni, hanno eccelso nelle competizioni motoristiche. Uno di questi è Felice Nazzaro.
Tra i grandi nomi delle quattro ruote
L’epopea di Felice Nazzaro nacque ed, in un certo senso, venne oscurata dalla figura di un altro grande pioniere dell’automobile: Vincenzo Lancia. I due si conobbero quando avevano appena 18 anni, nel 1899, presso gli stabilimenti della Fiat entrambi in veste di meccanici e di piloti. Tra i due la rivalità in pista fu acerrima fin dai primi istanti anche se l’amicizia fraterna continuò ad esistere. La prima prova che i due piloti dovettero sostenere fu quella corsa a Padova nel giugno del 1900. In questo caso, infatti, Fiat stava presentando la famosa 12HP Corsa e bisognava dare smacco alla vettura.
Lancia vinse la prova che consisteva in un percorso che portava da Padova a Treviso tornando, poi, nella città scudata passando per Castelfranco e Vicenza. La prima vittoria di Nazzaro arrivò un anno più tardi, alla prima Piombino – Livorno, nella quale il giovane pilota di Monteu da Po vinse davanti ad Ugobaldo Tonietti ed a Gaston Osmond su vetture decisamente più performanti. Felice Nazzaro e Vincenzo Lancia erano i due piloti di punta che l’Italia poteva vantare in quel periodo.
Il migliore del mondo
Felice Nazzaro continuò la sua fortunata serie di vittorie anche negli anni a venire. Nel 1907, infatti, il giovane pilota della Fiat riuscì a vincere le tre prove più ardue dell’epoca: il Gran Premio di Francia a Dieppe, la Targa Florio ed il Kaiserpreis a Taunus. Nella seconda occasione, in particolare, riuscì a battere l’amico-rivale Lancia distanziandolo di una decina di minuti anche se il giro record resterà del pilota di Vercelli. In una seconda occasione, Nazzaro divenne il primo uomo a superare i 200 km/h su di una vettura terrestre.
Le vittorie continuarono a fiorire e la stampa internazionale iniziò ad etichettarlo come il “cronometro umano”. Le sue traiettorie perfette, i suoi giri battenti e sempre sullo stesso ordine di tempi. L’avventura di Felice Nazzaro arrivò anche in America e fece il giro del mondo. La sua storia si concluse il 21 marzo 1940 a Torino dopo una lunga malattia. La sua progenie, però, portò avanti il nome della famiglia: il nipote Biagio, infatti, fu un pilota poliedrico, sia motociclista che automobilista.
Tommaso Lunardi