Roma, 22 ott – Una ventina di chilometri. E’ – all’incirca – la distanza in linea d’aria che separa il Giuseppe Meazza dal Brianteo di Monza. Una volata, se non fosse per il traffico che spesso e volentieri congestiona le arterie meneghine e la città della monaca manzoniana. Milan e Monza, due realtà così geograficamente vicine quanto distanti quando si tratta di pure vicende del pallone. Stracittadina mancata con un punto d’unione. Anzi due: le vincenti figure di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani. Ieri protagonisti nel centro del capoluogo lombardo, oggi a Monzello nella via dedicata agli eroici ragazzi del ‘99.
Davide contro Golia
Il Diavolo e i biancorossi si ritroveranno di fronte nel pomeriggio odierno (ore 18.00 alla Scala del calcio) per la quinta volta nella storia, prima in assoluto in A. Ovviamente, qualcuno obietterà: se i rossoneri il prossimo anno raggiungeranno le novanta partecipazioni – condite da una cinquantina di titoli tra campionati, coppe varie e trofei internazionali – per la Cenerentola brianzola si tratta della stagione d’esordio nella massima serie.
L’incontro odierno ricorda l’episodio biblico di Davide contro Golia. Sebbene il Monza abbia fatto un mercato di tutto rispetto per una società che punta alla salvezza (al di là di qualche bollore presidenziale), il valore della rosa brianzola ammonta a un quarto scarso rispetto a quella dei “quasi” cugini con lo scudetto sul petto.
L’esempio virtuoso del Monza italiano
Differenze sostanziali anche per quanto riguarda l’utilizzo di giocatori italiani, argomento ancora troppo poco dibattuto ma di vitale importanza per tutto il movimento – se è vero che non vediamo un mondiale dal lontano 2014 (e una fase a eliminazione diretta dall’ormai preistorico 2006). In tal senso il Monza è la squadra con più connazionali. Su 37 tesserati solamente una decina sono stranieri. Un modello estremamente virtuoso. Anzi, un vero e proprio esempio da seguire: il conteggio del minutaggio in particolar modo ci dice che in Brianza si utilizzano per il 72% nostri connazionali. Mentre il Milan in questa particolare classifica, con il 18%, si trova – per così dire – nei bassifondi della graduatoria. Il dato della neopromossa assume ancora più valore se si considera che nessun’altra squadra supera il 50%: ci si avvicina – senza oltrepassarlo – solo la Lazio.
Milan-Monza: una gara senza storia?
Anche la classifica rispecchia un certo divario. I meneghini, reduci dal successo di Verona firmato dal sempre più imprescindibile Tonali, sono attualmente la terza forza del campionato. Con 23 punti si trovano a una sola lunghezza da un’altra lombarda (l’Atalanta) e tre dal Napoli capolista. Il Monza invece staziona nella metà bassa della classifica ma, anche grazie al successo dei rossoneri nell’ultimo turno, mantengono comunque un buon distacco dalla zona retrocessione. Nonostante il passo falso di Empoli – che ha chiuso un mini-ciclo positivo con un pareggio e tre vittorie – la cura Palladino ha rivitalizzato i brianzoli.
A prima vista una gara senza storia. Ma il diavolo – in senso lato – si annida nei dettagli. Gli uomini del Cavaliere infatti hanno rotto il ghiaccio superando una certa Juventus, avversario pur sempre di prestigio. Il Milan – almeno in Serie A – si esalta nelle grandi occasioni, lasciando qualcosa per strada contro le piccole: nella fase centrale della stagione passata, ad esempio, Spezia, Salernitana, Udinese, Bologna e Torino hanno portato via punti preziosi ai futuri campioni d’Italia. Pioli è avvisato. A Berlusconi (ma scommettiamo anche a Galliani) il ruolo di semplice figurante proprio non piace. Tantomeno quando il palcoscenico è quello di San Siro.
Marco Battistini