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Mourinho lascia la Roma: come è stato possibile?

by La Redazione
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Il 2024 è cominciato con una di quelle cose che difficilmente a inizio campionato ci saremmo aspettati: Mourinho che sceglie di abbandonare le redini dei Giallorossi per un esonero dopo una serie di prestazioni non particolarmente esaltanti non è qualcosa che succede tutti i giorni.

L’allenatore portoghese è uno dei più noti dei giorni nostri e per dei motivi ben precisi: da molti appassionati viene considerato un vero e proprio rivoluzionario, capace di traslare nel mondo del calcio giocato tutta una serie di abilità e situazioni proprie di un modo di giocare alieno prima degli anni novanta: la periodizzazione tattica.

Mourinho, spesso contrapposto all’altrettanto noto (ma un pelo più vincente) Jep Guardiola, dopo aver conquistato grandi titoli durante i primi anni duemila ha pian piano diminuito il tiro delle sue ambizioni, arrivando a ottenere trofei minori e successi di entità inferiore.

Nel mentre, però, a causa dei suoi rapporti spesso altalenanti con le direzioni e con i giocatori, ha collezionato molteplici momenti finali “amari” con le squadre che ha guidato: dall’esonero con lo United a quello del Tottenham, da una pessima stagione col Manchester alla lenta morta del triennio in sella alla “lupa“ di Roma. Come ha fatto Mou a passare da allenatore adorato dagli amanti delle scommesse calcio ad allenatore bistrattato e sinonimo di difficoltà?

Cosa è successo alla Roma negli ultimi tre anni?

Inutile girarci intorno: tatticamente parlando i tre anni di Mou alla Roma sono andati lentamente scemando per qualità, complice anche il ricambio di giocatori che di certo non ha remato a suo favore. Nonostante dei buoni risultati nella prima stagione (con la vittoria in Conference League), già dalla seconda stagione l’allenatore portoghese ha iniziato a faticare molto più nell’adattarsi alla sua nuova rosa di giocatori.

Se nel primo anno attraverso Zaniolo Mou riusciva a portare con una certa frequenza azioni offensive al gol, con l’addio di giocatori come Veretout e Mkhitaryan la situazione è cambiata radicalmente: portare al centrocampo Matic e Cristante al posto dei sopracitati non ha permesso all’allenatore di adattare il gioco della squadra alle caratteristiche dei giocatori.

In molte occasioni la Roma si è ritrovata come spezzata in due, con una gestione palla poco efficace e una costruzione del gioco poco efficiente a causa di difensori che, semplicemente, sanno fare altro che costruire dal basso con palle verticali per il superamento della prima linea di pressione avversaria.

Da Mou a De Rossi: che futuro aspetta alla Roma?

Questa situazione è peggiorata poi con il progressivo deterioramento delle prestazioni offensive della squadra, sempre meno adatte in un campionato che aveva imparato il gioco dei giallorossi e che sempre meno provava a trovare la rivoluzione dal punto di vista tattico. L’arrivo di Lukaku ha soltanto compromesso ancor di più la situazione, con un Mourinho statico incapace di adattare il resto della squadra ai pregi del suo nuovo giocatore.

La scarsità di idee, con una difesa a tre utilizzata sostanzialmente in qualsiasi situazione, ha generato situazioni (molte) in cui l’allenatore e la squadra si sono dimostrati pesantemente nervosi, come è possibile anche ricordare grazie ai diversi cartellini rossi ottenuti. Una distaccamento inevitabile, con De Rossi stavolta a prendere le veci del Portoghese.

Riuscirà l’ex volto storico della romanità a portare nuovamente la squadra giallorossa al successo? Grazie ai post Betfair Instagram con i risultati delle prossime partite lo scopriremo relativamente presto.

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