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Senza uovo, guanciale e pecorino: la carbonara “inclusiva” Barilla è un pastone che prende in giro tutti

by Cristina Gauri
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carbonara

Roma, 7 apr —Dopo dieci anni Barilla ancora deve pagare pegno per avere osato dichiarare, nel 2013, che l’unica famiglia è quella «naturale» e che negli spot dei prodotti aziendali non vi era posto per coppie omosessuali; ultimamente ce la sta mettendo tutta per cancellare quell’onta, a suon di progresso e iniziative «risvegliate» tutte dominate dalla narrativa del «nuovo normale» che ci attende.

Iniziative dalle alterne fortune: già nei mesi scorsi Barilla aveva clamorosamente toppato ritrovandosi in mezzo al ciclone social per aver pubblicato un video in cui — nemmeno troppo sottilmente — si proponevano gli insetti come alimento e se ne esaltavano alcune proprietà. Addirittura consigliando, scherzosamente, di utilizzarli nella preparazione della carbonara. Se voleva essere un esperimento per tastare il terreno sui gusti degli italiani in fatto di larve, cavallette e scarrafoni, la risposta dei twittaroli del Belpaese è stata eloquente: un bel fiume di improperi.

Barilla se la prende di nuovo con la carbonara 

Nei giorni scorsi Barilla ci ha riprovato in salsa più soft, accantonando i bacarozzi ma tenendo ben alto il vessillo della «società aperta» e soprattutto inclusiva; quello della società multiculturale che nelle mani dei sapienti ultrà del Wef si trasforma in monoculturale, grigia e insapore, ma con il sorriso sulle labbra. Anche stavolta il reparto marketing dell’azienda non è riuscito a fare a meno di coinvolgere l’immancabile piatto di carbonara — cosa avrà fatto di male la triade guanciale-tuorlo-pecorino solo loro lo possono sapere. Il progetto si chiama proprio così: Open Carbonara. La carbonara de Soros, in pratica. «Il mondo sta diventando sempre più sfaccettato e multiculturale, e per questo anche il cibo si sta orientando naturalmente verso la stessa direzione», spiegano dalla pagina dell’iniziativa.

«Proprio per questo, Barilla in collaborazione con Le Pub, punta a rendere sempre più inclusive le ricette tradizionali della cucina italiana che hanno la pasta come assoluto protagonista». Ad essere inclusiva, cioè a sottrarre elementi dalla propria tradizione, deve essere obbligatoriamente la cucina italiana. «Barilla ha così coinvolto un team di celebri chef con lo scopo di rielaborare la ricetta della Carbonara prendendo ispirazione da tutto il mondo senza però allontanarsi dalle proprie radici». Come vedremo in seguito, della carbonara e delle sue radici sono rimasti giusto gli spaghetti.

La clip che documenta lo scempio

«Guidati dallo chef stellato Marco Martini […] e un team di sei chef di eccellenza – appartenenti a diverse tradizioni e provenienze culinarie e specializzati in cucina halal, kosher, senza lattosio e vegana – hanno dato vita ad una innovativa reinterpretazione di uno dei più amati classici italiani». Per il lancio dell’iniziativa, Barilla ha prodotto uno stucchevole docufilm che racconta l’operazione. Stavolta si sono fatti più furbi, al posto di un influencer hanno usato i bambini: soggetto inattaccabile, perché se te la prendi con un bambino passi automaticamente per str*nzo. Generano subito empatia: sono carucci, leziosi, vengono mostrati mentre si struggono perché il bambino musulmano non mangia lo stesso tipo di pasta della bambina italiana, come se il cibo halal fosse una punizione.

Ma come: ci avete fatto due scatole così perché volevate la mensa diversificata per i musulmani, e ora frignate perché non potete mangiare come gli italiani? Siamo veramente alla frutta. L’operazione-lacrime riesce, il padre chef di una delle bimbe italiane si strugge assieme alla bimba e partorisce questo portento di carbonara Barilla aperta e inclusiva: senza uova, senza guanciale e senza pecorino. Quindi non è una carbonara, ma un pastone palliduccio con un accenno di sembianze di carbonara per illudere tutti dell’esistenza di «un punto di incontro tra persone di culture diverse e quindi anche l’ambiente giusto per conoscere la bellezza della diversità ed impararne il significato».

L’illusione di includere tutti

Insomma, per Barilla il rispetto della diversità consiste nello snaturare una ricetta italiana per accontentare le altre categorie e illuderle di essere «incluse», perché sulla carta stanno mangiando un piatto che non ha nulla della ricetta originale: ma hey, ha conservato il nome e un accenno vago di sembianza, quindi deve essere per forza carbonara, sorridete tutti. Su questo ultimo punto, per lo meno, concordiamo: ‘sta faccenda dell’inclusione è un’assoluta presa per il c*lo. A sorridere più di tutti saranno sicuramente i «nuovi italiani», osservando quelli vecchi bersi le varie caz*ate sulla diversità, per poi mettersi a 90 al grido di «inclusione!!».

Cristina Gauri

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10 comments

Daniele 7 Aprile 2023 - 3:04

La scemenza più colossale è la bambina che non vuole mangiare la carbonara perché il suo compagno di scuola non la può mangiare. Se questa non è ideologia.
Barilla perderà clienti, a cominciare da me.

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Germano 7 Aprile 2023 - 4:16

Non compro più prodotti Barilla da molto tempo. In primo luogo per la pubblicità e il suo messaggio. Sono dell’idea che un prodotto debba essere promosso da persone del paese d’origine, una BMW promossa da una coppia afroamericana come da anni, non mi conquista come prodotto tedesco e quindi non compro BMW, la pasta italiana con tanta pubblicità con cinesi, africani è anche ridicola.
Nel ghetto di Roma i ristoranti ebraici offrono la carbonara con carne secca (non di maiale) come sostituto del guanciale. Non è carbonara, ma viene venduta come carbonara. Per me non è carbonara. Sarebbe come mangiare falafel di pesce e banana. Chi vuole mangiare una pasta preparata simile alla carbonara cambiando gli ingredienti può farlo, ma non è una carbonara.

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Angelo 7 Aprile 2023 - 4:26

Come si dice in questi casi ? La Toppa e’ peggio dello Sbrago ….

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Kkf 8 Aprile 2023 - 9:03

Barilla frocia?… saluti … Ci sono alternative.

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leonardofaccosbafatore 8 Aprile 2023 - 1:37

AO’, IO M’A MAGNEREBBI TUTTA !!!

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Abc 9 Aprile 2023 - 10:26

Barilla si apre a nuovi mercati, cosa ci vedete di strano? Invece di cercare di fermare il vento con le mani, come fanno molti di voi, si prepara a vendere pasta ad una società multi etnica. Per fare questo la deve rendere “affascinante” come una carbonara ma senza ingredienti vietati alle varie religioni/culture che tra pochi anni saranno importanti punti di PIL del nostro paese. Se non vi è piaciuto il messaggio, probabilmente non parlava a voi! I destinatari del messaggio sono quei nuovi mercati che si stanno formando.

Ps: io la carbora continuo a farla con uova, pecorino e guanciale, come voi. Ma se una sera mia figlia invita a cena il suo compagnetto di scuola di altra etnia, per una sera “me magno a carbonara open”, e che sarà mai?

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Germano 9 Aprile 2023 - 8:52

Se ho ospiti a cena che non mangiano carne di maiale, per religione o per scelta, mangiamo uno delle centinaia di migliaia di piatti italiani senza carne di maiale, ma non una pasta inventata dall’idiota del momento che assomiglia alla carbonara.

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fabio crociato 10 Aprile 2023 - 1:57

Ma la Barilla è ridotta al “vendere o morire” ? Se sì, qualcuno dovrebbe spiegarci come mai, o no ? Se no, perché con un nome italianissimo giocarsi la incomprensione internazionale per un piatto tarocco ? Tentare e ritentare non è economicamente vincente. Cambiate marketing se ancora siete capaci di capire come ! (Il fatturato “smodato” non è tutto).

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pascal richard 10 Aprile 2023 - 6:29

abc appunto vai ad “open” a delirare simili sconcezze insensate , barilla è solo il business “woke” che abbiamo visto tutti che si fibisce con il trans terrorismo eterofobo anticristiano, la vostra paccottiglia è solo 68ismo travestito!

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Evar 11 Aprile 2023 - 4:20

Che meraviglia, un evento storico, fondazione dei “Supertrolls del Mulino Bianco”.

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