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I primi migranti nelle Americhe? I cinesi dell’Era glaciale

by Andrea Bonazza
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Roma, 12 mag – Forse con il dispiacere di chi vede afro-antenati ovunque, un nuovo studio genetico su un lignaggio del DNA mitocondriale, recentemente pubblicato da Cell Report, suggerisce che i popoli della Cina costiera settentrionale furono tra i primi migranti ad arrivare nelle Americhe. Sebbene sia ampiamente riconosciuto che gli antenati dei nativi americani (NA) provenissero principalmente dalla Siberia, il legame tra il DNA mitocondriale (mtDNA) del lignaggio D4h3a (tipico dei NA) e D4h3b (trovato finora solo nella Cina orientale e in Tailandia) solleva la possibilità che le fonti ancestrali per i primi NA erano più variegate di quanto finora ipotizzato. La ricerca analizza 216 mitogenomi D4h contemporanei (inclusi 106 recentemente sequenziati) e 39 dati D4h antichi. I risultati rivelano due eventi di radiazione di D4h nella Cina costiera settentrionale, uno durante l’ultimo massimo glaciale e l’altro durante l’ultima deglaciazione, che ha facilitato la dispersione dei rami secondari di D4h in diverse aree tra cui le Americhe e l’arcipelago giapponese.

L’Era glaciale delle migrazioni

L’antropologo molecolare Yu-Chun Li del Kunming Institute of Zoology ha analizzato i genomi moderni e antichi di tutta l’Eurasia, alla ricerca di D4h, un antico lignaggio mitocondriale trovato nelle popolazioni di Bolivia, Brasile, Cile, Ecuador, Messico e California. Lo studio ha identificato 216 persone moderne e 39 antiche che portano questo lignaggio, noto come D4h. Attraverso l’analisi del numero di mutazioni verificate nel DNA nel tempo, le posizioni geografiche e la datazione al carbonio, i ricercatori sono stati in grado di tracciare le origini del lignaggio D4h e tracciarne la storia. “Le nostre scoperte indicano che oltre alle fonti ancestrali precedentemente indicate dei nativi americani in Siberia – spiega Li – la Cina costiera settentrionale fungeva anche da riserva genetica che contribuisce al pool genetico”.

Dalla Cina con stupore

Stando alla ricerca, dunque, queste popolazioni ancestrali avrebbero viaggiato dalla Cina costiera settentrionale in due ondate: la prima, tra 19.500 e 26.000 anni fa, durante l’ultima era glaciale, e di nuovo tra 19.000 e 11.500 anni fa, durante un periodo di scioglimento, quando alcuni membri di questo gruppo si stabilirono anche in Giappone. Somiglianze sono state osservate anche nei manufatti realizzati da popoli che vivevano nelle Americhe, in Cina e in Giappone in questi lontani periodi. “Tuttavia – conclude Li – non sappiamo in quale luogo specifico della Cina costiera settentrionale si sia verificata questa espansione e quali eventi specifici abbiano promosso queste migrazioni”.

Dawinismo sempre più in bilico

Essendo l’ultimo continente colonizzato dagli esseri umani moderni, il popolamento delle Americhe e le successive dispersioni all’interno del continente sono oggi al centro di un intenso interesse da parte dei genetisti. Come possiamo vedere, però, grazie alle più sofisticate tecnologie moderne, le origini dei popoli così come la più antica evoluzione degli stessi, è tutt’ora un enigma ancora da risolvere. A volte, anzi, dati scientifici alla mano, la bilancia della ragione pende più verso vecchie teorie evoliane, che parlano di migrazioni ancestrali da nord-est, anziché da sud, come imposto invece dalla lezione evoluzionista darwiniana.

Andrea Bonazza

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Germano 12 Maggio 2023 - 3:24

Pensavo che era stata Milano…non credo ci siano in America più che a Milano

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