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“A Gorizia per gli eroi delle trincee, contro i talebani della porta accanto”

by La Redazione
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iannoneSabato 23 maggio CasaPound Italia scenderà in piazza a Gorizia, per celebrare il centenario dell’entrata in guerra dell’Italia nel primo conflitto mondiale. La manifestazione, che ha come motto “Risorgi combatti e vinci”, sta suscitando il solito contorno di petizioni, richieste di annullamento, interrogazioni parlamentari. Abbiamo intervistato il presidente di Cpi, Gianluca Iannone, per sapere il suo pensiero su queste polemiche.

La manifestazione di CasaPound Italia a Gorizia sta scatenando molte polemiche.

Non è una novità. Si è di nuovo mosso il fronte dei quaccheri dell’antifascismo. È destino che chi vuole fare del bene a questa nazione debba subire il fastidio di questo ronzio bigotto. Basta guardare la caccia alle streghe innescata a Bolzano contro il nostro consigliere eletto, Andrea Bonazza. Ma non è un problema. Non lo è mai stato.

A Gorizia stanno terrorizzando tutti, si parla di negozi che chiudono, famiglie chiuse in casa…

È una tattica piuttosto subdola di terrorismo psicologico a cui sono sicuro che la cittadinanza di Gorizia non abboccherà. Del resto basta documentarsi: nelle manifestazioni grandi o piccole di CasaPound, nei nostri cortei nazionali a Bolzano, Roma, Napoli non è stata rotta una vetrina o toccata una macchina. Tutto si è svolto in ordine e nel rispetto della città che ci ha ospitato. A Gorizia sarà lo stesso, noi non siamo mica come questi mafiosetti impuniti, questi talebani della porta accanto dei centri sociali, che devastano le città per incompostezza di spirito e narcisismo da social network. È di loro che le persone perbene di Gorizia dovrebbero preoccuparsi. E anche dei loro protettori nelle istituzioni.

Contro la manifestazione si sono schierati anche una serie di personaggi della cultura.

Chi, Bebo Storti e Pieraccioni? Se la cultura italiana è rappresentata dal Conte Uguccione e dagli altri pagliacci siamo a cavallo. Peraltro sono tutti personaggi finiti, che sopravvivono grazie a una concezione della cultura parassitaria, sovvenzionata. Si dicono comunisti e metà di loro ha lavorato per Berlusconi, si dicono ribelli e firmano petizioni per comprimere le libertà altrui. Ma quale deserto devi avere nell’anima per firmare una petizione per impedire ad altri di manifestare? Io, in ogni caso, quando penso alla cultura italiana ho in mente Marinetti, D’Annunzio, gli scrittori che si misuravano con le trincee. Ve lo immaginate Pieraccioni in trincea?

C’è chi fa notare che quella di Gorizia sarà una manifestazione celebrativa e non commemorativa. Insomma, che CasaPound celebri la guerra come un valore. È così?

E di cosa hanno paura? Tanto, se scoppiasse la guerra domani, quelli che vogliono impedirci di sfilare sarebbero i primi a imboscarsi, come da tradizione…

Perché è giusto ricordare la Grande Guerra?

Perché in quelle trincee è nata l’Italia. I caduti di quel conflitto si sono sacrificati per un bene più grande. E poi come nazione abbiamo dato un esempio di valore, di solidarietà, di unità. L’italiano si è rivelato al mondo come un combattente tenace con cui chiunque deve fare i conti. È un esempio luminoso, soprattutto oggi che ci governa chi vorrebbe una nazione di animatori da villaggio turistico.

Ma la guerra è o non è un disvalore?

La guerra è una dimensione della storia e della vita. Può forgiare eroi o vili, santi o canaglie. Non la si può eliminare, al limite la si può regolamentare. Chi rinuncia alla guerra per principio non la fa sparire dal mondo, si limita semplicemente a subire le guerre degli altri. Del resto non mi pare che in questi anni l’Italia non abbia fatto guerre, solo che in quest’epoca viscida ha dovuto soprannominarle “missioni di pace”. In ogni caso il Mediterraneo è in fiamme ed è solo questa minuscola porzione del globo, governata da nani politici, che si illude di aver chiuso i ponti con la guerra. Un atteggiamento che non ci mette al sicuro, ma ancor più in pericolo.

Oggi a chi, simbolicamente, bisogna dichiarare guerra?

Ai demoni del bene. A queste presunte autorità morali che nessuno ha eletto e nessuno ha voluto, ma che si sentono in diritto di stabilire chi può parlare e chi può manifestare. Ai mullah del politicamente corretto. Costoro sono non solo fastidiosi per chi faccia ancora lo sforzo di pensare con la propria testa, ma sono soprattutto colpevoli perché all’ombra del loro ordine morale avviene il saccheggio della nazione. La distruzione dell’economia nazionale, dello stato sociale, del lavoro e della produzione italiana avviene solo dopo che questi cialtroni hanno bonificato il territorio. Centri sociali e oligarchi dell’alta finanza lavorano di concerto. Oltre loro e contro loro, esistono ancora un’Italia e un’Europa che lottano per la loro storia e per il loro avvenire.

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2 comments

Nicola 21 Maggio 2015 - 1:22

Finalmente, è da una vita che aspettavo parole simili, ripulite completamente da ogni falso pudore, da ogni retorica buonista e da ogni falso insegnamento coi paraocchi. Sempre con i nostri soldati che combatterono per difendere i confini! Finché vivremo noi, non morirete mai. complimenti a Iannone.

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RS 8 Novembre 2016 - 8:56

Si che belle parole non si puo che condividere questo disprezzo per questa societa superconsumistica privata di quei valori quali che una volta ci inculcavano, come il coraggio, il sacrificio e la perseveranza …

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