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La Russia rivede la sua dottrina navale

by Paolo Mauri
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russian+SSM+carrierMosca, 4 ago – Il 26 luglio scorso il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha tenuto una riunione con alcune delle massime autorità militari per rivedere i piani di impiego della Flotta.
A bordo della fregata “Admiral Gorshkov” e alla presenza del vice primo ministro Rogozin, del ministro della Difesa Shoigu, del comandante in capo della Marina Chirkov e del comandante del distretto militare occidentale Sidorov sono state poste le basi del nuovo indirizzo strategico della flotta russa per gli anni a venire.
In particolare si sono evidenziate le priorità alla luce dei recenti cambiamenti internazionali e in chiave di rafforzamento del potere marittimo della Federazione Russa: oltre a ribadire le sfere di interesse in alcune aree geografiche globali come l’oceano Pacifico e quello Indiano, maggiore attenzione sarà data al settore Artico ed Atlantico senza dimenticare il Mediterraneo, che avrà un ruolo importante e permanente nel quadro strategico generale.
Questa esigenza, come detto dal vice primo ministro Rogozin, nasce dalla sempre maggiore presenza della NATO a ridosso dei confini della Russia e dal fatto che la Crimea è stata riunita alla madrepatria e occorrono “rapide misure per la sua integrazione nell’economia nazionale”.
Per il settore Artico invece viene indicata la necessità di sfruttare le immense risorse energetiche della piattaforma continentale unita al potenziamento della Rotta Nord per il traffico commerciale verso gli oceani Pacifico e Atlantico, motivo per cui sono stati impostati dei nuovi rompighiaccio a propulsione atomica che saranno pronti tutti entro il 2020.

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Putin durante l’incontro coi vertici politici e militari sulla fregata “Admiral Gorshkov”


Maggiore impulso sarà dato anche alla cantieristica militare, che, sempre secondo il Cremlino, sta già arrivando a livelli comparabili a quelli del periodo sovietico, ma che necessità comunque di maggiori infrastrutture soprattutto in alcune aree ritenute ad alto rischio come il Mar Nero, in particolar modo in Crimea.
La vera novità del documento però, è che viene citata per la prima volta l’Antartide come area di interesse russo limitandosi a dare come motivazione un semplice “per una serie di eventi che di recente hanno visto protagonista questa regione rendendola di interesse per la Russia”. Ogni analisi a riguardo sarebbe al momento prematura mancando di dati sufficienti per la sua elaborazione ma crediamo che sia a causa della nuova corsa scientifica che sta avvenendo in questi ultimi anni in quella remota regione del Globo, stante il fatto che ogni tipo di attività militare o economica è proibita dal trattato Antartico firmato nel 1959.
Analizzando lo stringato comunicato stampa russo possiamo notare che la volontà di Putin è quella di tornare ad essere protagonisti sui mari di tutto il mondo non rinunciando alla ricerca di uno sbocco, o una base di appoggio, nei mari caldi come il Mediterraneo o l’Oceano Indiano, obiettivo ricercato dalla Russia sin dai tempi degli Zar. Inoltre dando nuova linfa alla cantieristica, sia militare che civile, sicuramente nel prossimo futuro assisteremo ad un cambio di tendenza di tutta la politica russa, dato che avere una flotta moderna, numerosa ed efficiente, è il requisito fondamentale per operare una proiezione di potenza in grado di poter rendere una nazione più incisiva nel teatro della politica mondiale.
Questo piano programmatico deve rappresentare un monito per l’Italia, soprattutto in relazione al fatto che anche la Russia, oltre agli Stati Uniti, indica il Mediterraneo come un’area di interesse strategico permanente, quindi da “sfruttare” attraverso l’implementazione della flotta. Il nostro Paese pertanto, ora che è stato redatto il Libro Bianco ed esiste un primo abbozzo di Legge Navale, non può permettersi, data la sua posizione geografica strategica, di sottovalutare il rischio di venire esautorati da questo teatro per noi vitale.
L’unico modo per evitarlo resta quello, lo ribadiamo ancora una volta, di ridare nuova linfa alla cantieristica navale militare per ovviare alle future dismissioni che rischiano di dimezzare la nostra Flotta, anche a fronte delle recenti impostazioni di pattugliatori, fregate, navi anfibie e per compiti speciali.
Paolo Mauri

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