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A proposito di una recente polemica “tradizionalista”

by Adriano Scianca
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Roma, 11 set – Con l’articolo di Giandomenico Casalino pubblicato oggi, concludiamo la serie di interventi dedicati al libro collettaneo Roma, la città degli dèi, iniziata con il contributo di Luca Valentini e proseguita con quelli di Giovanni Damiano e Stefano Bianchi. Che in una testata “militante” e molto attenta alla cronaca e alla politica, quale è Il Primato Nazionale, si finisca a dibattere con tale sfoggio di argomenti eruditi di un tema “alto” come il rapporto tra Roma e le religioni è qualcosa che conferma l’originalità e la forza di questo spazio culturale.

Non sfugge a chi scrive, tuttavia, che tale dibattito non è solo un amabile e proficuo confronto di idee differenti, ma costituisce in qualche modo la prosecuzione di schermaglie culturali che da tempo attraversano l’ambiente “tradizionalista” e in cui si contrappongono non solo visioni diverse della tradizione e del sacro, ma anche differenti pretese egemoniche su quel medesimo ambiente culturale.

Sui contenuti di tale guerricciola culturale ognuno è libero di farsi l’idea che preferisce. Roma è una realtà complessa, di cui va compreso a fondo sia lo spirito che la lettera. Chi si affida troppo alla lettera rischia di perdere di vista lo spirito, chi fa uso troppo disinvolto della lettera molto spesso si affida a uno spirito della romanità creato ex novo su basi moderne, troppo moderne. Sul tema specifico del rapporto tra Roma e i culti stranieri, l’unico vero spartiacque è quello tra chi usa Roma per sdoganare gli idoli moderni, primo fra tutti quello dell’idillio multiculturale e multirazziale, e chi invece rifiuta tale operazione aberrante. Messo questo punto, il dibattere su tutto il resto è lecito e auspicabile.

Resta tuttavia da chiarire un punto finale: il Primato resta uno spazio di confronto per le idee non conformi, anche dissonanti tra loro, ma non è mai stato, né sarà mai, terra di conquista per pretese egemoniche di gruppi, gruppetti, conventicole di qualsiasi natura. Precisato questo, tutto il resto è ben accetto.

Adriano Scianca

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