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“L’Anpi non conta un ca…, dice solo falsità”: Pansa attacca i partigiani

by Cristina Gauri
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Roma, 6 feb – Giampaolo Pansa lucida l’artiglieria e spara ad alzo zero sull’Anpi in un’intervista rilasciata ieri al Secolo d’Italia: “Quelli dell’Anpi non contano un cazzo. Straparlano. Sono un club di trinariciuti comunisti”. Il 10 febbraio, data in cui verrà celebrata la Giornata del Ricordo, si avvicina, e lo scontro con i “nipoti dei partigiani” si fa sempre più duro. Del resto questi ultimi non hanno lesinato sui “colpi bassi d’ordinanza” divenuti ormai una consuetudine nel periodo antecedente alla commemorazione dei martiri delle Foibe. Pensiamo agli episodi di Rovigo prima e di Parma poi, in cui i “trinariciuti”, come li ha definiti Pansa, si sono esibiti in un carosello di vergognose viltà revisioniste-negazioniste.

“L’Anpi non può più negare”

“Vogliono negare che Tito era un dittatore comunista – dice Pansa al Secolo – Ma non possono farlo perché è storia. Vogliono negare che le squadre comuniste gettavano la gente che non amava Tito dentro le foibe. Ma non possono farlo perché è storia. Quelli dell’Anpi dicono e fanno delle cose che sono di un’assurdità totale”. E prosegue invitando i comunisti ad attaccarlo: “Più mi attaccherete, più copie venderò. Nel mio ultimo libro [Quel fascista di Pansa, Ed. Rizzoli] scrivo che dopo molti anni si vede con chiarezza l’assurdità paradossale della sinistra italiana nella Prima Repubblica. C’erano il Partito comunista, il Partito socialista e il Partito socialdemocratico. Poi esisteva un quarto partito: l’Anpi. Che cosa sapevano gli italiani dell’Anpi? Quasi niente, anche i suoi dirigenti erano pressoché ignoti. E soprattutto nessuno di loro poteva essere sottoposto a una valutazione dell’opinione pubblica”. L’autore dei Il sangue dei vinti è incontenibile, per Pansa “I comunisti e tutta la sinistra non hanno più voce in capitolo. Sono in rotta di collisione con la verità e la storia. Ecco perché parlare oggi di Anpi è anacronistico. In un certo modo è come parlare dei superstiti di Garibaldi che cento anni dopo parlano dello sbarco dei garibaldini”. E conclude commentando il fatto che la sinistra, quando deve rendere conto dei crimini commessi dai comunisti, “si ostina  a negare, negare, negare. E a dire che non è assolutamente vero che furono commessi crimini atroci. Oggi negano le foibe, ma qualcuno dentro c’è morto ed era gente che non piegava la testa ai soldati di Tito”

Cristina Gauri

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Fabio 6 Febbraio 2019 - 3:16

L’ANPI, negando le Foibe (ovvero un genocidio/crimine contro l’umanità) ha violato la legge 654/1975.. mi auguro che qualche Magistrato se ne sia accorto..

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Raffo 6 Febbraio 2019 - 10:22

Comunistoidi ipocriti e falliti, mentitori e affamatori del popolo italiano……..pur di difendere la fecciaglia titina hanno permesso la morte di migliaia di innocenti, trucidati dai porci comunisti del lurido slavo e gettati nelle foibe senza una degna sepoltura o forse ancora vivi e agonizzanti………..comunisti assassini e vigliacchi. Il vostro odio codardo produce solo una ignobile passarella mediatica , presunta antifascista,in realtà il rantolo ipocrita di chi difende illegalità, spaccio ed invasione negroide, islamico- mafiosa…….. auguroni.

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