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Berlusconi e il “sogno svanito” del Quirinale: “Non è neanche nella mia testa”

by La Redazione
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Berlusconi quirinale

Roma, 15 ago – Dopo le inutili polemiche sul presidenzialismo, Silvio Berlusconi parla di Quirinale, interpellato su un argomento che, a livello generale, ha sempre “stuzzicato” gli ambienti politici.

Berlusconi e il Quirinale, un “sogno” svanito del Cavaliere

“Se voglio andare al Quirinale? Assolutamente è fuori dalla mia testa. Credo di avere detto che non posso pretendere altro dalla vita, che sono soddisfatto”. Di certo, non si parla di un uomo di poco successo, quindi diremmo che l’affermazione sia abbastanza vera. Anche se Berlusconi, sul Quirinale, ci aveva puntato eccome, prima della seconda elezione di Sergio Mattarella. Ma oggi il Cavaliere non ci pensa più, a giudicare dalle risposte che dà al termine della partita del “suo” Monza.

Poi torna, inevitabilmente, in campagna elettorale, parlando della flat tax: “Porteremo le tasse a un livello corretto. Se lo Stato ti chiede il 25% di quel che guadagni va bene, se ti chiede il 50% mi sembra un furto, se il 60% o più, una rapina. Una flat tax al 23% dovrebbe avere come effetto non solo di rilanciare lo sviluppo ma fare emergere tutto il Pil sommerso. Il 23% lo pagano sicuro. Se poi aumentano i giorni di carcere per chi evade, evasione ed elusione spariscono. Quale risultato? Un ingresso maggiore del 30% nelle casse dello Stato”. Un’aliquota su cui però Lega e Forza Italia non sono dello stesso avviso: “Salvini ha detto il 15%, speriamo di poterci arrivare nel tempo, partendo dal 23% e avendo degli effetti molto positivi. E’ una speranza che io coltivo”, ha concluso.

Le risposte alle polemiche sul “presidenzialismo”

“Non è possibile da parte della sinistra fare una campagna di soli scontri, attaccando e mentendo. Non è una bella cosa. In una vera democrazia si tirano fuori i contenuti. Ho letto il programma del Pd e non mi ha impressionato, ci sono pochissime cose buone. Vediamo gli italiani come lo giudicheranno e vediamo come giudicheranno il mio”, ha concluso Berlusconi. Che è stato nell’occhio del ciclone, per giorni, per un’affermazione assolutamente normale, come noi stessi avevamo ricordato. “Se si dovesse creare un presidenzialismo, Mattarella dovrebbe dimettersi. E magari potrebbe essere eletto di nuovo”, aveva detto Berlusconi. Il che è logico e non corrisponde – soprattutto – a nessun attacco a Mattarella, ma alla banalissima constatazione che in un nuovo sistema istituzionale potrebbe non rimanere in piedi chi è stato eletto nel vecchio. Cosa che Berlusconi ribadisce: “Ho detto che se c’è un cambio costituzionale… ci saranno delle norme transitorie”. Normale, anzi normalissimo. Ma la sinistra, si sa, è capace di generare esplosioni anche dal nulla.

Alberto Celletti

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