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Diamo la cittadinanza italiana al killer di Trieste

by Lorenzo Zuppini
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I poliziotti uccisi a Trieste

Roma, 5 ott – Se Alejandro Augusto Meran, il killer dei due poliziotti Rotta e Demenego, fosse stato trasformato in cittadino italiano tramite le varie facilitazioni che la sinistra propone ogni volta che governa, magari non avrebbe ucciso i due servitori dello Stato che invece, con drammatica lucidità e freddezza, ha ammazzato ieri nella questura di Trieste. Chissà. Per quanto possa apparire ai più una sciocca provocazione, c’è del reale e del concreto in questa insinuazione, secondo la quale la cittadinanza eliminerebbe ogni pericolo legato all’impossibilità di garantire il rispetto della legge da parte degli immigrati. I quali, pur rappresentando tra clandestini e regolari il 12% della popolazione, commettono il 32% dei reati in un anno solare. E questa percentuale è in costante aumento di anno in anno, passando dal 28 al 30 e fino al 32% calcolato al settembre 2019.

Le considerazioni tecniche sulla fondina che conteneva l’arma sottratta dal killer domenicano, riguardano la cornice della cronaca che andrà a comporre il solito romanzo d’appendice di cui leggeremo nei prossimi giorni, esattamente come è accaduto per il carabiniere Cerciello Rega ammazzato a Roma da un tossico americano. Dettagli, insomma, che non dovranno distogliere l’attenzione dei lettori dalla questione fondamentale dalla quale non si può scappare e che riguarda le modalità con cui affrontare la crescente violenza proveniente dalla popolazione immigrata presente nella nostra nazione. A tale riguardo, siamo finiti nelle mani di un governo di sinistra, inzuppato in quella poltiglia di politicamente corretto, che è già ripartito alla carica con le proposte di facilitazione sulla concessione della cittadinanza agli stranieri, fingendo di dimenticarsi che ogni anno lo Stato italiano ne concede 200 mila in un contesto di forte denatalità e di morti che annualmente superano le nascite.

Cittadinanza uguale senso di appartenenza: una bufala

Un po’ raccontano la storiella dell’economia italiana che andrebbe a rotoli senza i clandestini; un po’, ed è ciò che ci interessa attualmente, narrano delle doti benefiche che la cittadinanza avrebbe sulla coscienza e sul senso di responsabilità degli stranieri, i quali, altrimenti ossia rimanendo tali, sarebbero indotti a delinquere. Purtroppo per loro la storia li smentisce categoricamente con una cadenza piuttosto fitta: gli stragisti islamici che hanno bagnato l’Europa di sangue erano tutti cittadini di seconda generazione dei Paesi europei, tranne nel caso dell’attentato nel mercato natalizio di Berlino che venne perpetrato da un clandestino approdato in Italia. Segno che, evidentemente, il mero attestato di partecipazione alla vita pubblica di un paese non dà le garanzie sostanziali sul senso di appartenenza a una comunità che dovrebbe condurre al rispetto delle regole, scritte e non, che regolamentano la convivenza dei consociati.

Sharia4Italy

L’immigrazione che crea problemi è quella incontrollata, o che viene controllata da agenti esterni quali le Ong, la quale non rispetta alcun criterio d’ordine e di logica per quanto riguarda l’accoglienza di persone provenienti da luoghi in cui la convivenza tra soggetti risponde a regole inconcepibili se non tribali. Una volta trasformati costoro in cittadini italiani, con anche diritti politici attivi e passivi, la situazione non cambierà perché la cittadinanza è il portato di un percorso personale che probabilmente non è neanche quantificabile in anni vissuti in un luogo e in percorsi scolastici frequentati. In particolar modo, per il rilascio della cittadinanza dovrebbero essere effettuate valutazioni qualitative e non quantitative. In caso contrario, ci troveremmo interi bacini elettorali pronti ad eleggere dei candidati italiani, sebbene stranieri nella sostanza, che ad esempio propongono di sostituire la democrazia con una teocrazia di stampo islamico.

Non sono fantasie sovraniste, sono realtà concretizzatesi nel Regno Unito e in Belgio con i partiti Sharia4Uk e Sharia4Belgium. E si tratta, in quest’ultimo caso, della città che al contempo ospita il Parlamento europeo che, giorni fa, ha applaudito Carola Rackete per averci imposto l’accoglienza di decine di clandestini. È evidente che il contesto in cui si generano tragedie come quella avvenuta ieri a Trieste rappresenta un terreno fertile per chiunque sia intenzionato a stabilirsi in Italia, dunque in Europa, per approfittarsi del lassismo buonista che gli permetterà di trasformare le nostre città in un far west. E il cicaleccio sull’opportunità di trasformare in italiani la feccia del mondo sarà l’ennesimo schiaffo dato a quei servitori dello Stato che ancora credono che ne valga la pena.

Lorenzo Zuppini

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8 comments

Marco mauri 5 Ottobre 2019 - 6:27

Ha ammazzato una persona! In un epoca normale,
un gesto del genere sarebbe stato condannato senza se e senza ma.
A tal proposito, ciò che dovrebbe sgomentare è la capacità con la quale nella nostra epoca si riesca a legittimare anche il gesto tradizionalmente più abietto. Basti pensare al caso della ragazza fatta a pezzi e chiusa in una valigia.
Ma gli esempi potrebbero essere molteplici.

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Maria 5 Ottobre 2019 - 7:52

Mi dispiace per le due poliziotti.un abbraccio a tutti loro famiglie ,un grande dolore a noi tutti ..pero caro scrittore dell’articolo la cittadinanza italiana serve per il bambini che sono nate e cresciute in questo paese invece per questi criminale basta sposare una delinquenti come lui subito avrà la cittadinanza italiana ..

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Anonimo 5 Ottobre 2019 - 8:06

Già scrivere “domenicani” al posto di dominicani…

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Nemesix 6 Ottobre 2019 - 1:27

Cara Maria si un paese è un paese o continente prospero è perché gli antenati delle famiglie successivi hanno lottato e lavorato per costruire detta prosperità, che facile venire da paesi arrovinati per approfittare de un diritto che non vi assiste.

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Matteo Demenego, Pierluigi Rotta, poliziotti assassinati a Trieste. Fra scimitarre, silenzi e vocìì. – Alejandro Augusto Stephan Meran – vraie55 6 Ottobre 2019 - 9:04

[…] Diamo la cittadinanza italiana al killer di Trieste […]

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Mmmm 7 Ottobre 2019 - 2:16

Per una persona malata di testa non possono pagare quelli che lavorano e rispettano le regole…quindi domenicani ci sono tanti che rispettano le leggi

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Alby 7 Ottobre 2019 - 10:18

Ma avete letyo bene?
I domenicani dono dei minaci fondati da san Domenico
E poi non venivano con il barcone ma dalla Germania e la madre è già cittadina italiana. Comunque questo non giustifica quello che ha fatto uno di loro, visto che il fratello lo aveva convinto a costituirsi per il furto di un motorino.
Non pensate che certi pazxi di italiani sonk meglio di alcuni extracomunitari. Litaliano nkn fa notizia.
Questo per essere precisi

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Federica 7 Ottobre 2019 - 1:20

Gli italiani sanno che se commettono un reato le conseguenze ci sono. Per certi stranieri ci sono le scappatoie che le nostre leggi consentono. Basti vedere chi ammazza in nome di Allah, quanti sono quelli che si considerano moderati e protestano contro lo scempio?

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