Roma, 8 apr – La tredicesima edizione del Festival Internazionale del Giornalismo, che si è svolta a Perugia nel fine settimana appena passato, assomigliava più a un campo di rieducazione sorosiano che ad altro. Basta leggere il programma per rendersene conto: tra la leader delle Femen Inna Shevchenko intervistata da Barbara Serra di Al Jazeera, la chiacchierata di Corrado Formigli con il fondatore e direttore Open Arms Oscar Camps (“Le accuse mosse alle Ong sono vere?” “No”), Zerocalcare, Severgnini, l’immancabile monologo di Saviano, Iannuzzi di Repubblica che catechizzava tutti sull’importanza di preservare i giovani dalle fake news (leggi: ogni narrazione diversa da quella di Repubblica), la programmazione del festival sembrava un quadro di Hieronymus Bosch della manipolazione globalista dell’informazione. Diritti umani, discriminazione sessuale, diversità, inclusione, peccato che fosse tutto sponsorizzato, tra gli altri, da Coca Cola, Nestlé, Amazon, tutte multinazionali famosissime per il loro approccio umanitario nei luoghi lavorativi e per il loro fair play nel campo dell’economia internazionale. Stride il contrasto tra l’immagine di Zerocalcare no-global che vendeva le proprie tavole per sostenere le spese degli arrestati di Genova 2001 e lo stesso che ora pontifica a un panel pagato dalla Nestlé.
Menti libere
Ma la vera perla d’intrattenimento ce l’ha regalata Enrico Mentana, in questo periodo particolarmente munifico: «Grazie a Coca Cola ci sarà un nuovo giornalista per Open». Ha annunciato l’editore del giornale online, nonché direttore del TgLa7, al termine della sua conferenza all’interno del Festival. Coca Cola, come riferisce Umbria24, pagherà il contratto per un anno a un nuovo giovane giornalista. «Per l’anno successivo speriamo ci pensi Pepsi», ha detto Mentana scherzando, che però ha tenuto a precisare: «Ovviamente non parleremo meglio di Coca Cola per questo». Il direttore ha poi invitato i presenti a proporsi: «Mi piacerebbe che il nuovo giornalista o la nuova giornalista sia qua dentro. Quindi chi è interessato lasci il suo nominativo, che esaminerò il suo curriculum». Un altra “mente libera” (risate) andrà a fare parte della scuderia di Open, e siamo certi che la multinazionale americana non farà assolutamente nulla per influenzare il giovane reporter che sta per finanziare.
La difesa di Open
Mentana ha poi preso le parti della redazione di Open e degli scivoloni di cui si è resa protagonista in questi ultimi mesi: «È un giornale fatto da giovani con argomenti che interessano i giovani, ma anche un modo di dare un’occasione professionale ai giovani nel giornalismo. Hanno fatto diverse ‘cazzate’ in questi mesi ma non dimentichiamoci che è un giornale fatto da ragazzi praticanti da quattro mesi. Accetto critiche dai giovani ma non da quelli dei giornaloni». Buono a sapersi.
Cristina Gauri