Roma, 18 apr – Il 17 luglio 1910, nasceva, a Perugia, Alfiero Mezzetti. Ottenuto il diploma di abilitazione magistrale nella sua città natia 20 anni dopo, Mezzetti frequentò il corso Ibis nell’Accademia Aeronautica di Caserta uscendone con il ruolo di sottotenente. Nel 1933 Alfiero ottenne anche la promozione a pilota militare con il relativo grado di tenente. Mezzetti venne assegnato al 1° stormo sull’aeroporto di Campoformido entrando anche nella famosa “Squadriglia folle”, un gruppo di aviatori particolarmente abili nel maneggiare i loro velivoli che divennero famosi per le loro pericolosissime acrobazie. A Roma, in seguito ad una performance durante un’esibizione ufficiale negli anni ’30, Mezzetti ottenne le congratulazioni da parte dell’allora presente eroe della Lutwaffe, Erhard Milch, presente lui stesso alla manifestazione.
All’indomani della Guerra di Spagna, Alfiero partì volontario per Siviglia il capodanno del 1937 e, dopo 8 mesi, venne affidato alla 26° Squadriglia di caccia del XVI Gruppo denominato “La Cucaracha”. Durante il conflitto in terra iberica, Mezzetti volò per ben 550 ore riportando una vittoria singola accertata e ottenendo ben due medaglie d’argento al valor militare. “Volontario in missione di guerra per l’affermazione degli ideali fascisti, comandante di squadriglia da caccia nello spazio di poco più di tre mesi compiva 124 missioni di guerra sempre alla testa del proprio reparto che conduceva ad audacissimi mitragliamenti a terra, a difficili scorte ed a numerosi combattimenti aerei. Agiva con audacia ed intelligente iniziativa, realizzando personalmente 5 vittorie e 2 collettive”.
Nel 1938 Mezzetti venne, finalmente, rimandato in Patria. Il giovane aviatore perugino venne posto all’aeroporto di Caselle e poi al campo d’aviazione di Mondovì. Il 18 aprile 1939, nel bel mezzo di un’esercitazione con il capitano pilota Giuseppe Maione, l’aereo di Mezzetti venne colpito da quello di Maione che gli staccò la coda rendendo il velivolo del perugino ingovernabile. Essendosi danneggiato il paracadute nell’impatto, Mezzetti precipitò con il suo aereo morendo nell’impatto con il suolo. Molto apprezzato anche dalla Lutwaffe, il governo tedesco concesse la Croce di Ferro dell’Ordine dell’Aquila Tedesca ad Alfiero.
Il 6 maggio precedente gli venne tributata la medaglia d’oro al valor militare “Volontario in missione di guerra per l’affermazione degli ideali fascisti, già brillantemente distintosi in centosettantuno azioni belliche e più volte decorato al valore, compiva, alla testa del suo reparto, altre 200 audaci incursioni sul territorio nemico, dando rinnovate prove del suo grande coraggio e della sua spiccata abilità professionale. Effettuava arditissimi mitragliamenti a volo rasente e sosteneva duri combattimenti con la caccia nemica, comportandosi sempre da valoroso. Pilota da caccia di insuperabile audacia, con spirito di sacrificio pari al suo valore, sempre primo fra i primi, apportava, con la sua azione abile ed aggressiva, il più valido contributo alle migliori affermazioni dell’ala legionaria in terra straniera, abbattendo un apparecchio nemico individualmente e molti altri in collaborazione. Luminoso esempio di sommo eroismo e di suprema abnegazione”.
Tommaso Lunardi
Eroi dimenticati: Alfiero Mezzetti, l'aviatore legionario che ci invidiavano tutti
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