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Eroi dimenticati: Gaspare Bolla, da cavaliere a pioniere del volo

by Tommaso Lunardi
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Roma, 27 lug – Il corpo dell’aeronautica è nato dalla necessità dapprima di scrutare i territori nemici dall’alto e, in seguito, per far arrivare la morte anche dal cielo. In Italia, come anche nel resto del mondo, il volo aeronautico era ancora un’impresa pionieristica. Molti aviatori, infatti, provenivano da altri reparti dell’esercito e portavano, sulle scocche dei propri mezzi, il simbolo del reparto di appartenenza.

Il cavaliere d’Europa

La vita di Gaspare Bolla venne segnata, fin dalla prima infanzia, da un tremendo avvenimento. La sua era una famiglia molto ricca ed il padre, originario di Pieveottoville, frazione del paesino di Zibello, era viceprefetto di Parma: assassinato sul posto di lavoro, la madre, la nobile Pia Marchi, dovette crescere da sola il figlioletto.

Gaspare Bolla entrò a far parte del Regio Esercito verso l’inizio degli anni ’90 del XIX secolo. La sua carriera proseguì fino al 1896 quando venne nominato ufficiale di cavalleria. La sua dote di cavaliere venne subito messa in luce dagli alti gradi dell’esercito. Divenne prima istruttore poi atleta vincendo in molte competizioni europee ed internazionali vincendo la Coppa delle Nazioni di salto ad ostacoli.

Pioniere dell’aria

Nel corso di un soggiorno in Francia, Gaspare Bolla restò affascinato dalla figura dell’aereo. Il velivolo era qualcosa di misterioso e nuovo per l’uomo europeo. Fu così che studiò per ottenere il brevetto di aviatore civile, per poi ottenere quello di aviatore militare una volta tornato in Italia.

Una volta scoppiata la guerra in Libia, Gaspare Bolla venne mandato in Cirenaica a capo della III Squadriglia di stanza a Derna. Con più di 50 missioni portate a termine, Gaspare Bolla ottenne la medaglia d’argento al valor militare.

Il 18 luglio 1915 Gaspare Bolla era di stanza a Gris per un volo di ricognizione. Il soldato decollò ma le condizioni metereologiche erano impervie sul piccolo paesino friulano. Lo stesso Bolla non era al pieno delle forze ma volle, comunque, dar prova di sé. Quel giorno altri velivoli nemici intercettarono il volo di Bolla. Ferito e stremato dalla malattia precipitò capovolgendo il velivolo e morendo sullo schianto. In suo onore anche Gabriele D’Annunzio espresse il suo più sincero cordoglio in onore di un grande pioniere che, come fece lo stesso Vate, rese grande l’Italia anche nel volo.

Tommaso Lunardi

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