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Esercito tedesco (Bundeswehr): problemi con i fucili d’assalto

by La Redazione
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Bundeswehr fucile d'assalto

Roma, 27 feb – Si torna giustamente a parlare di difesa europea con la Germania che si pone come capofila. Non solo la necessità di forze armate europee in grado di essere un deterrente credibile ma arrivando, con il ministro delle finanze Christian Lindner, a proporre l’idea di un’atomica europea. Ma mentre il ministro favoleggia di atomiche la Bundeswehr, le forza armate tedesche, devono fare i conti con un’altra realta. Un problema, sollevato dal Der Spiegel, che potrebbe limitare di molto le capacità operative dell’esercito tedesco. Stavolta non si tratta di sistemi d’arma complessi come le portaerei britanniche e i loro problemi alle elicheo gli elicotteri australiani finiti rottamati e seppelliti nel deserto, bensì di un semplice fucile mitragliatore.

Fucili della Bundeswehr in difficoltà

L’elemento critico per la Bundeswehr potrebbe diventare proprio il fucile d’assalto Hekler & Kock G95A1 destinato a diventare il nuovo standard per l’esercito tedesco. Una vicenda che ha del paradossale per due motivi. Innanzitutto l’arma in questione dovrebbe essere già ampiamente rodata essendo impiegata da diverse forze armate. Sia perché l’indiscrezione riportata dal Der Spiegel sul G95A1 potrebbe replicare la vicenda non edificante del fucile d’assalto G36, il fucile che il G95A1 va a sostituire. Il G36 fucile d’assalto che, dopo 15 anni di apparentemente onorato servizio, si scoprì in Afghanistan essere poco preciso in un vero impiego bellico fatto di temperature elevate e necessità di un uso prolungato dell’arma. Pure il nuovo G95A1 è una variante di un modello già largamente utilizzato, ovvero l’Heckler & Koch HK416. Arma che è un vero orgoglio dell’industria tedesca: equipaggia sia i Marines (nella variante M27 IAR) sia diversi reparti delle forze speciali statunitensi dalla Delta Forces ai Navy SEAL. È l’arma con cui è stato ucciso Bin Laden.

Eppure, come rivela un rapporto riservato presentato al Bundestag e rilanciato da varie testate come Der Spiegel, la precisione i modelli di G95A1 testati a Coblenza è stata provati solo con munizionamento civile, evitando condizioni di temperature “estreme” e limitando il numero di raffiche consecutive! Insomma la precisione di un fucile mitragliatore destinato a essere usato in tutte le condizioni sarebbe stata valutata e accettata solo nelle condizioni ottimali di un uso al poligono. Com’è possibile che un’arma in uso in altri eserciti da anni, e reputata affidabile anche per le forze speciali statunitensi sia così “delicata” da non poter essere valutata in condizioni reali?

Le repliche della Germania

I tedeschi hanno subito messo le mani avanti. Non sono i mitragliatori ad essere unfit ma le procedure di test troppo restrittive! Questo perché il G95A1 come detto va a rimpiazzare la debacle del precedente Heckler & Koch G36, entrato in servizio nel 1997, ma che nel 2012 dopo l’utilizzo dal vero in Afghanistan, evidenziò grossi problemi di precisioni di tiro dovuto a condizioni di surriscaldamento della canna in ambienti caldi e dopo l’utilizzo prolungato. All’inizio si diede la colpa al munizionamento, poi divenne evidente che era la struttura stessa del fucile a essere unfit. Il G36 faceva largo uso di fibra di carbonio rinforzata e materie plastiche, che in caso di utilizzo intensivo sopra i 30° gradi portava a un disallineamento della canna in metallo.

Nel 2015 l’allora ministro della difesa, Ursula Von Der Leyen definì il G36 inutile. Furono bloccati nuovi ordini del G36 per 36 milioni di euro, e lo stesso ministero tentò una causa nei confronti del produttore. Causa che si risolse in un nulla di fatto perché il giudice valutò che le specifiche iniziali non erano abbastanza precise su quel punto (ovvero che il fucile d’assalto potesse essere usato in una vera guerra in un clima come quello Afghanistan). Oggi i sostenitori del G95A1 sostengono che i requisiti di precisione dei nuovi test di tiro a Coblenza sono stati alzati troppo proprio per evitare uno smacco come quello del G36, diventando irrealistici. Motivo per cui sono state usate munizioni civili e si è evitato di surriscaldare l’arma.

Pure è vero che il G95A1, rispetto alla controparte dei Marines M17 già ampiamente utilizzato in ogni condizione, è stato alleggerito di circa un etto, ma le differenze sono relative all’ergonomia e non alle meccaniche dell’arma: impugnatura, supporto per la spalla e l’attacco per ottiche e accessori. Certo è che a livello di immagine la vicenda dei test del nuovo fucile d’assalto, agevolati rispetto ai paletti iniziali, rappresenta l’ennesimo imprevisto che non aiuta l’immagine di far diventare le forze armate europee un deterrente credibile sullo scacchiere internazionale.

Flavio Bartolucci

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