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Fuga di cervelli: i numeri reali sono peggiori di quelli ufficiali

by Michele Iozzino
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fuga di cervelli

Roma, 21 ott – L’emigrazione giovanile e la cosiddetta fuga di cervelli è un problema consistente per l’Italia, ma i numeri potrebbero essere ancora peggiori rispetto a quelli ufficiali.

I numeri della fuga di cervelli

Mancanza di prospettive e un mondo del lavoro che non offre abbastanza portano molti giovani italiani a emigrare dal nostro Paese. A farlo sono soprattutto giovani di un’età compresa tra i 20 e 34 anni e con un grado di istruzione elevato (30% laureati nella stessa coorte, contro il 28% per il totale dei coetanei). Un fenomeno che ha ricominciato ha prendere via via sempre maggiore consistenza a partire dal secondo decennio degli anni Duemila, dopo le tre grandi ondate di emigrazione che hanno caratterizzato storicamente l’Italia rispettivamente tra il 1951 e 1961, tra il 1919 e il 1930, e tra 1904 e il 1914. Secondo i dati Istat nel decennio 2011-2021 451.585 giovani italiani di 18-34 anni hanno trasferito all’estero la residenza, con invece 134.543 che hanno fatto il percorso inverso, per un saldo migratorio quindi di 317.042 giovani usciti dall’Italia. Nello stesso periodo il saldo migratorio totale di italiani all’estero è di quasi 600mila. Numeri che se confrontati con le precedenti ondate di emigrazione sembrerebbero poco preoccupanti, se pensiamo ai 1,8 milioni del periodo 1951-61 e del 1919-1930 e i 5,2 milioni del 1904-14. Mancanza di attenzione testimoniata anche dalla recente decisione del governo di diminuire gli sgravi fiscali per il rientro dei giovani italiani all’estero,

Il nuovo studio

Ma secondo lo studio – ripreso dal Sole 24 Ore – “Lies, Damned Lies, and Statistics: un’indagine per comprendere le reali dimensioni della diaspora dei giovani italiani” a cura della Fondazione NordEst e Talented Italians in Uk, i dati Istat sottostimerebbero la vera portata del fenomeno. Infatti, molti giovani restano residenti in Italia e non si registrano all’Aire, con i numeri reali del flusso che si attestano a quasi 1,3 milioni. Una emorragia che genera un “costo” in perdita di capitale umano stimato in 38 miliardi. Non bisogna dimenticare che i giovani ricercatori italiani siano al secondo posto tra i più premiati dal Consiglio europeo della ricerca (Erc).

Michele Iozzino

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