Roma, 11 giu – A quanto pare, semel in anno, al Vaticano qualcuno ha rialzato la testa dalla nube di torpore progressista che lo avvolgeva e per cinque minuti è tornato a fare il proprio lavoro. Cinque, non di più. Nel documento Maschio e femmina li creò: per una via di dialogo sulla questione del ‘gender’ nella educazione, elaborato in Vaticano dalla Congregazione per l’educazione cattolica e firmato dal suo prefetto, il cardinale Giuseppe Versaldi, si puntano i riflettori sulle teorie gender e sul disorientamento che deriva dalla loro diffusione soprattutto tra i giovani.
Differenze cancellate
“Ci troviamo di fronte a una vera e propria emergenza educativa, in particolare per quanto riguarda i temi dell’affettività e della sessualità”, si legge nell’incipit, che punta il dito contro “il clima culturale del nostro tempo” che ha contribuito “a destrutturare la famiglia con la tendenza a cancellare le differenze tra uomo e donna, considerate come semplici effetti di un condizionamento storico-culturale”. Incredibile, quasi miracoloso. Invece, si ricorda, “la visione antropologica cristiana vede nella sessualità una componente fondamentale della personalità, un suo modo di essere, di manifestarsi, di comunicare con gli altri, di sentire, di esprimere e di vivere l’amore umano. Pertanto, essa è parte integrante dello sviluppo della personalità e del suo processo educativo”.
Libere scelte educative
Non manca anche l’attacco diretto al pensiero unico: “Uno Stato democratico non può ridurre la proposta educativa a un pensiero unico, specialmente in una materia così delicata che tocca la visione fondamentale della natura umana e il diritto naturale da parte dei genitori di una libera scelta educativa”. Quindi, il documento continua contro l’indottrinamento selvaggio che qualche educatore vorrebbe prendesse piede nelle scuole italiane: “Ogni istituzione scolastica deve dotarsi di strumenti organizzativi e programmi didattici che rendano reale e concreto questo diritto dei genitori. In tal modo, la proposta pedagogica cristiana si concretizza come una solida risposta alle antropologie della frammentazione e del provvisorio”. Per finire, i redattori del documento puntano il dito contro “un bombardamento di messaggi ambigui e vaghi, il cui fine è un disorientamento emotivo e l’impedimento della maturità psico-relazionale”.
Nessuna discriminazione
In ogni caso, viene ravvisata la “condivisibile e apprezzabile esigenza di lottare contro ogni espressione di ingiusta discriminazione” e di rispettare “ogni persona nella sua peculiare e differente condizione, affinché nessuno, a causa delle proprie condizioni personali possa diventare oggetto di bullismo, violenze, insulti e discriminazioni ingiuste”.
Cristina Gauri
2 comments
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I frocioni hanno rottoil cazzo!! mettetevelo bene in testa siete malati e’ una malattia psichiatrica da curare . e’ accertato e provato.fate schifo