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“Gioventù guidata da gioventù”: la formazione della divisione Ss Hitlerjugend

by La Redazione
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Kurt Meyer, decorato ufficiale della Divisione SS “Leibstandarte SS Adolf Hitler” e più giovane Generale delle Waffen-SS, comandante della “Hitlerjugend” nei durissimi combattimenti in difesa della “Festung Europa” in Normandia, ricorda la formazione della 12. SS-Panzer-Division “Hitlerjugend”, e l’addestramento e la determinazione dei suoi giovanissimi Granatieri, poco più che adolescenti, ma che dimostrarono un coraggio fanatico contro i veterani combattenti canadesi e inglesi nell’estate 1944. Per gentile concessione dell’editore, pubblichiamo qui un estratto del suo libro, Grenadiere – La vita e le battaglie di uno dei migliori comandanti di uomini delle Waffen-SS. Tra qualche giorno ne pubblicheremo un secondo estratto. [IPN]

Roma, 27 giu – È da considerarsi un fenomeno unico nella storia militare il fatto che una divisione – e soprattutto una con un organigramma complesso come una moderna divisione corazzata – fu composta interamente da giovani di 17 e 18 anni, ad eccezione degli ufficiali e dei sottufficiali anziani. Chiunque che in Germania si intendesse anche minimamente di faccende militari, dell’educazione e del modo di guidare la gioventù pensava che l’impiego di una tale formazione dovesse portare a una catastrofe entro pochi giorni, dato che i giovanissimi non avrebbero saputo reggere alla pressione fisica e morale di un conflitto moderno. Questa idea fu sostenuta ancor più da parte dei nostri avversari di allora. E non era certamente solo propaganda bellica nemica quando si parlava nei volantini e nelle trasmissioni radio della “Divisione dei neonati”, il cui distintivo si presumeva fosse un biberon. Gli atti di valore compiuti in azione da quei giovani e i fatti d’arme della 12. SS-Panzer-Division “Hitlerjugend” hanno smentito quelle critiche. Ecco perché mi sembra importante sul piano dell’interesse generale e di quello e storico, presentare brevemente la storia della formazione della divisione.

Quando “la guerra totale” venne proclamata dopo la catastrofe di Stalingrado, nacque il progetto di mettere in piedi una divisione di volontari provenienti dalla gioventù abili per il servizio militare. Questa divisione doveva essere il simbolo dello spirito di sacrificio della gioventù tedesca e dell’espressione della sua volontà di reggere fino alla fine. Grazie a una formazione premilitare accelerata, quei giovani potevano essere pronti all’arruolamento a partire dai 17-18 anni. L’esperienza acquisita con la divisione di volontari avrebbe poi permesso di incorporare altri giovani in divisioni tedesche per compensare le catastrofiche perdite di uomini della campagna di Russia e aumentare notevolmente la forza militare tedesca. I capi della gioventù hitleriana furono del parere che i metodi abituali per istruire la truppa non si potessero applicare ai giovani. Ecco perché vollero lasciare che nuovi metodi venissero messi alla prova in una nuova divisione, posta sotto la loro supervisione. Dopo una discussione tra il Reichsjugendfürer Axmann e Adolf Hitler, nel giugno 1943 furono diramati gli ordini necessari alla formazione di tale unità. La Hitlerjugend doveva fare appello a volontari e prepararli nei campi premilitari d’addestramento. Successivamente, avrebbero dovuto essere assegnati alla nuova divisione delle Waffen-SS appositamente formata, e la 1. SS-Panzer-Division Leibstandarte “SS Adolf Hitler” doveva fornire i quadri. La nuova divisione, sotto il nome di Panzer-Grenadierdivision “Hitlerjugend” sarebbe andata a costituire il 1. SS-Panzer-Korps assieme alla Leibstandarte. Si doveva iniziare immediatamente l’attuazione di questo progetto.

Mentre la Hitlerjugend iniziava il suo reclutamento e addestramento, ebbe luogo la selezione dei quadri dalla Leibstandarte e il loro trasferimento. Questa aveva subito perdite sensibili nei combattimenti di ritirata vicino Charkov e nel corso della riconquista di questa città, e si stava ora preparando per l’operazione Zitadelle, con la quale doveva essere eliminato il saliente dei russi vicino a Kursk. Il comandante del SS-Panzer-Grenadier-Regiment 1, l’SS-Standartenführer Witt, 35 anni d’età e titolare della Ritterkreuz mit Eichenlaub, fu incaricato del comando della Divisione. Egli portò con se alcuni ufficiali e una parte degli esperti tecnici e dei sottufficiali dal suo reggimento. Costoro dovettero essere successivamente rimpiazzati da personale dell’SS-Panzer-Grenadier-Regiment 2. Si procedette allo stesso modo con gli altri reparti della divisione che dovettero fornire quadri. Il personale che era stato trasferito formava uno scheletro incompleto della struttura. Vi era una scarsità incredibile di comandanti di compagnia e di plotone e di capisquadra. Occorse spesso mettere come comandanti di compagnia dei giovani comandanti di plotone. Più tardi, 50 ufficiali dell’Esercito regolare vennero distaccati dalla divisione. Costoro in parte erano stati capi nella Gioventù hitleriana.

Per avere i capisquadra di cui avevamo bisogno, giovani selezionati appena usciti dal campo d’addestramento furono subito inviati alla scuola sottufficiali di Lauenburg. Alcune settimane dopo l’inizio dell’addestramento basico, altri giovani di cui erano emerse le attitudini vennero selezionati per seguire un corso sottufficiali di tre mesi in seno alla divisione. Quando i primi 10.000 giovani arrivarono al campo di Beverloo in Belgio nello spazio di poche settimane tra luglio e agosto 1943, i preparativi non erano ancora terminati. Non poterono neanche essere subito dotati di uniformi e equipaggiamenti. Tuttavia, l’addestramento iniziò senza indugi. Poco a poco vennero formate le singole unità secondo quanto previsto dai relativi organigrammi. In settembre questa fase era terminata. Come risultato di tutti questi sforzi, la formazione fu convertita in una Panzer-Division. […] Provammo e migliorammo la cooperazione tra i comandi durante numerose esercitazioni dei reparti trasmissioni. Una di queste, fu realizzata nella regione di Dieppe sotto l’egida del corpo d’armata. Nel corso di questa esercitazione, sorsero tali difficoltà con i veicoli italiani, decisamente inadatti, che vennero finalmente sostituiti per ordine superiore con dei mezzi militari tedeschi. Una parte dei giovani si era già data volontaria presso altre branche dell’esercito, alcuni erano stati più o meno persuasi a “darsi volontari”. Ma la maggioranza era venuta spontaneamente alla divisione con l’entusiasmo della gioventù, e ardeva di trovarsi in azione. Tale entusiasmo e spirito dovevano essere mantenuti come basi fondamentali oppure, se mancavano, si doveva risvegliarli. Siccome i giovani erano ancora in pieno sviluppo, i principi e le forme d’istruzione dovevano essere diversi da quelli applicati a un sistema che deve istruire ed educare reclute più anziane.

Molti principi tradizionali dell’educazione militare vennero sostituiti da altri nuovi che in sostanza, erano originati dai movimenti giovanili tedesca di inizio secolo . Non regnavano i rapporti gerarchici nettamente marcati che conoscono solo gli ordini da una parte e l’obbedienza incondizionata dall’altra. Le relazioni tra ufficiali, sottufficiali e uomini di truppa erano quelle che esistevano tra veterani esperti e i loro compagni più giovani. L’autorità degli ufficiali si basava sul fatto che questi erano modelli da imitare, degli esempi per i loro giovani soldati. Si tendeva a emulare le strette relazioni tipiche di una famiglia – per quanto fosse possibile con le circostanze della guerra. I giovani vennero educati ad accettare responsabilità, al sentimento della comunità, allo spirito di sacrificio, a non aver paura di prendere delle decisioni, alla padronanza di sé e al lavoro di squadra. Il comando della divisione era convinto che i giovani avrebbero fatto di più se avessero compreso e condiviso lo scopo delle loro missioni e il loro ruolo in esse. Così la spiegazione logica di tutti gli ordini, basata sulla descrizione precisa della situazione divenne una normale procedura operativa. Si evitò totalmente l’ordine chiuso. Sfilate e cose simili non venivano praticate. Tutto era orientato all’istruzione per il combattimento e questo ebbe luogo in più possibile in condizioni simili a quelle che troviamo in battaglia.

Si cerca di temprare il corpo attraverso lo sport: niente lunghe marce forzate con l’equipaggiamento pesante, ritenute dannose e non necessarie. Su incitamento del General der Panzertruppen Geyr von Schweppenburg, lavorammo a sviluppare progressivamente l’istruzione avanzata al tiro, che era effettuata esclusivamente sul campo. Le esercitazioni di tiro al bersaglio nel poligono della caserma scomparvero totalmente. Per ordine dell’Ispettore generale delle Panzertruppen, un distaccamento della divisione collaborò con ufficiali della scuola delle truppe corazzate di Bergen, elaborando un nuovo manuale di istruzione sull’uso delle armi ad uso dei Panzergrenadier che apparve nella primavera del 1944, che venne però rigettato dall’ispettorato della fanteria. Sempre su impulso del generale Geyr von Schweppenburg, fu posta particolare enfasi alla mimetizzazione e all’operare silenziosamente, alla sicurezza radio, alla segretezza, alla lotta ravvicinata diurna e notturna, con munizioni reali. Per sorvegliare il traffico radio del nemico, la divisione ricevette una sezione di esperti di trasmissioni che risultò successivamente di grande utilità. Nell’istruzione tattica dei comandanti d’unità, per ordine del generale von Schweppenburg mettemmo in scena situazioni che avevano per oggetto l’attacco contro truppe nemiche aviotrasportate.

Dato che i giovani erano ancora nella fase della crescita a casa erano stati sottonutriti, ricevevano supplementi rispetto alle normali razioni destinate all’esercito di terra. Fisicamente, il loro sviluppo era buonissimo. Niente fumo fino a 18 anni, al posto delle sigarette i ragazzi ricevevano dolciumi. Non era stato accordato alcun vantaggio alla divisione in materia d’armamento e di equipaggiamento; ciò fu chiaro sin dall’inizio. Dovemmo batterci duramente per tutto. L’organizzazione della divisione, come quella di tutte le altre Panzer-Division delle Waffen-SS, si differenziava dalle Panzer-Divisionen dell’esercito, semplicemente perché aveva tre battaglioni invece di due come organici ai relativi reggimenti. Contrariamente, la Panzer-Lehr-Division aveva solo un battaglione di granatieri su mezzi blindati (SPW). In virtù dell’addestramento e dell’istruzione dati secondo i principi precedentemente esposti, che ovviamente non furono impartiti in maniera ottimale dappertutto, la truppa andò al combattimento incoraggiata dal pensiero che il loro impiego fosse decisivo per la difesa del paese e per una vittoria finale tedesca. Erano pervasi dalla fede nella purezza e nella giustezza della lotta. I giovani soldati andarono al combattimento superbamente addestrati, come poche altre divisioni in quel momento. Il loro impiego pertanto era del tutto giustificato.

Kurt Meyer

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