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Giustizia, Nordio pronto a entrare nella storia?

by Stelio Fergola
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Giustizia Nordio

Roma, 29 mag – Specialmente su un tema delicatissimo come la Giustizia dovremmo stare zitti fino a fatti compiuti, perché la riforma di Carlo Nordio ancora non è realtà ma solo teoria. A tappe graduali, il ministro è riuscito a inserire nel suo testo perfino la benedetta “separazione delle carriere”, ormai un’espressione trascendente per quanto inseguita da praticamente tutte le classi politiche riferite al centrodestra degli ultimi decenni. Non c’è retorica anti-politica che tenga, stavolta. Il leader del centrodestra è stato per lungo tempo un certo Silvio Berlusconi, il suo interesse a realizzare la riforma era personale almeno quanto quello di “difendere le sue aziende”, come con troppa faciloneria è stato scritto e detto per lungo tempo sulla sua attività politica. E se in anni di governo non ci è mai riuscito, non è stato senza dubbio per sua mancanza di volontà (diversamente dovremmo dedurre che Berlusconi sia stato una specie di masochista, ed è arduo per non dire impossibile sostenere un’ipotesi tanto capziosa).

Giustizia, Nordio a un passo dalla storia

Qui togliamo il punto interrogativo perché, al di là di ogni pessimismo, sembra davvero mancare una singola impronta impressa nel terreno. Secondo quanto riporta il Giornale, il guardasigilli, dopo aver incontrato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ieri, potrà assistere all’approvazione in Consiglio dei ministri della sua riforma. Questo prima di passare in Parlamento e al voto finale. E nel pacchetto finale, sì, c’è anche la serparazione delle carriere tra magistrati inquierenti e giudicanti (dunque procuratori e giudici). In realtà c’è molto altro, sia di nuovo che di “vecchio”, perché se si accumula l’operato del ministro si aggiungono anche le leggi sulle intercettazioni o sul reato di abuso d’ufficio.

Il contesto attuale è indubbiamente favorevole a una svolta, dobbiamo dirlo. Gli italiani non hanno più fiducia nei giudici ormai da tempo e gli scandali di ultima cronaca, come quello del dossieraggio illegale a Perugia, hanno messo le toghe spalle al muro. Niente a che vedere, insomma, con l’intoccabilità di pià di trent’anni fa. Adesso nella cultura popolare si ha la netta percezione che i magistrati possano sbagliare, o emettere sentenze “interessate”. Insomma, ancora non abbiamo certezze sul cambiamento in atto, ma la sensazione è che se sulla Giustiza non dovesse riuscire la “operazione Nordio” si sarà persa davvero una occasione enorme. Che chissà quando ricapiterà nelle medesime circostante storiche, prima ancora che politiche.

Vicinissima anche una svolta epocale, con il sorteggio per le nomine Csm…

Lo ripetermo fino alla nausea: la separazione delle carriere è un passaggio necessario e addirittura fondamentale per realizzare un assetto politica-magistratura più coerente e logico. Ma da sola non eliminerà né ridurrà completamente il problema alla base. Questo perché non si può ovviamente intervenire sugli orientamenti soggettivi del singolo magistrato, carriere separate o meno che abbia. Dunque è auspicabile, una volta incassato questo miracolo (perché comunque di tale si tratterebbe). combattere anche il nodo delle correnti, che degli “orientamenti soggettivi” sono contenitori o addirittura partiti politici mascherati da associazioni.

La novità è che Nordio sta agendo anche su questo. Non con l’abolizione delle correnti, purtroppo. Ma con un passaggio che comunque va in quella direzione, contrastandone l’influenza per le nomine in sede del Consiglio superiore della magistratura. E allora via anche al “sorteggio secco” o “temperato” (le due ipotesi) per le nomine in Csm, così che le correnti medesime non possano agire direttamente. Al momento l’ipotesi prevalente è la prima, in modo che i magistrati candidabili al Consiglio che vengono sorteggiati siano poi sottoposti a successiva selezione.Infine, la novità dell’Alta Corte, una struttura nuova formata da nove membri che avrà un compito di tutela giurisdizionale contro i provvedimenti amministrativi assunti dai Consigli superiori della magistratura ordinaria. Manca solo una cosa: l’abolizione definitiva delle correnti per legge. Ma ci rendiamo conto che sarebbe un’operazione impossibile a breve, in un Paese in cui i conservatori strepitano anche per le minime nomine.

C’è poco da dire o da cincischiare: se Nordio dovesse farcela (dobbiamo mantenere il dubbio fino a che non sarà tutto nero su bianco e, soprattutto, approvato), si avvia ad essere il ministro della Giustizia più rivoluzionario degli ultimi ottant’anni. Nonchè autore dell’unica riforma veramente imponente che questo Paese abbia mai visto nella sua vita repubblicana.

Stelio Fergola

 

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