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Grenfell Tower: quando è l’ambientalismo d’accatto ad uccidere

by La Redazione
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Londra, 25 giu – Molto si è scritto rispetto al catastrofico incendio che a Londra ha distrutto la Grenfell Tower facendo un’ottantina di morti, tranne l’unica cosa politicamente rilevante, e cioè che una buona parte di responsabilità è da attribuirsi alle paranoie ambientaliste.

Non è un delirio campato per aria, ma per capirlo bisogna fare un passo indietro. Nel 2016 l’azienda Harley Facades ottenne un appalto di quasi tre milioni di sterline per rivestire il palazzo con uno strato isolante formato da due fogli di alluminio ed uno strato interno di polietilene, in ossequio ai dettami dell’ “ecologicamente corretto” e dei deliri sul “risparmio energetico” basati sulla stramba idea che diminuire la domanda di un bene (per esempio, l’elettricità) sia equivalente ad aumentarne l’offerta. Il che è come dire che digiunare è equivalente ad ingozzarsi, ma andiamo oltre. Ora, si da il caso che questi pannelli “isolanti” abbiano la sgradevole tendenza ad essere anche abbastanza infiammabili, al punto che negli Usa sono vietati negli edifici al di sopra dei 12 piani per ragioni di sicurezza. Stando ai media britannici, oltre 4.000 grattacieli, in aggiunta a decine di migliaia di edifici più bassi, sono stati trasformati in un potenziale inferno simile. Nella Germania della Merkel e della sua “transizione energetica” probabilmente la situazione è anche peggio, ed in Italia simili rivestimenti da alcuni anni sono entrati comunemente nell’edilizia per poveracci.

Perché in effetti esiste anche un vergognoso aspetto classista in questa squallida vicenda: la Grenfell Tower era un progetto di edilizia popolare situato nella sezione povera del ricco quartiere di Kensington, a pochi passi dal Kensington Palace. La catastrofe ha alimentato la rabbia crescente contro la politica neoliberale di globalizzazione, privatizzazioni e via dicendo che è responsabile, nel Regno Unito più che in ogni altra parte del mondo, dell’acuirsi della forbice fra ricchi e poveri che ha oramai raggiunto livelli deliranti. I consensi per la May sono crollati di 34 punti rispetto a quando entrò a Downing Street ed alle elezioni si è visto. Non che Corbyn e la sua maglietta della salute siano meglio, semplicemente il governo è stato punito dagli elettori. Nei controlli lanciati a seguito del rogo, è emerso che i pannelli che rivestono 27 grattacieli in tutto il Paese non rispettano i criteri di sicurezza anti-incendio, e quindi alcune migliaia di persone sono state costrette ad abbandonare in fretta e furia i loro appartamenti in alcuni grattacieli di Londra, su ordine dalle autorità. La polizia, intanto, valuta se agire legalmente per omicidio colposo.

Interessante come nell’epoca del trionfo della mentalità dei bottegai, dove il peccato capitale è lo “spreco” (in particolare di danaro pubblico), nessuno abbia la coerenza di dire che dare 3 milioni di sterline a qualcuno per un rivestimento infiammabile è uno spreco immane. Non lo dicono perché quando si tratta di questioni ambientali, il mantra è diverso: non si tratta di sprechi ma di “investimenti sul futuro dei nostri figli”. Un investimento che, almeno nel caso della Grenfell Tower, ha mostrato tutti i suoi frutti.

Matteo Rovatti

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