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L'operazione "Vespri siciliani", un nome che evocherà sempre il nemico interno da combattere

by La Redazione
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Roma, 22 apr – Molti di noi ricorderanno il 1992 come uno degli anni più bui della storia italiana, l’attentato al giudice Falcone prima e al collega Borsellino dopo erano l’acme della guerra di mafia che dalla Sicilia riecheggiava in tutta la penisola. Fu l’anno de L’operazione “Vespri siciliani”, un massiccio impiego di soldati dell’esercito italiano provenienti da ben 14 differenti brigate che coadiuvarono le forze di polizia sul territorio e al contempo svolgevano azioni di polizia giudiziaria. Si temeva una militarizzazione dell’isola, ma l’invio dell’esercito in Sicilia, nonostante le perplessità politiche, ebbe un grande consenso popolare. Si concluse nel luglio del 1998 e rappresentò una potente risposta dello Stato a un nemico che minava la sicurezza e l’ordine pubblico.
Ma perché proprio il nome “Vespri siciliani”? Senza dubbio alcuno la scelta del titolo ricadde sull’evento storico accorso 700 anni prima sempre in Sicilia. Era difatti il 1282 che con una ribellione scoppiata a Palermo all’ora dei Vespri di lunedì dell’Angelo, iniziarono una serie di battaglie contro gli Angioini, sentiti dalla popolazione come degli stranieri oppressori. Anche in questo caso quindi un nemico interno faceva da regista alle questioni dell’isola, un nemico ben diverso però da quello combattuto nel XX° secolo dalle nostre forze del’ordine. La Guerra del Vespro trattava di una ribellione scaturita soprattutto a causa del fisco francese che stava iniziando a intaccare anche l’interesse della nobiltà locale. L’isola nel passato fu fedelissima agli Svevi, ma dopo la morte di Corradino di Svevia e la sconfitta di Manfredi a Benevento, il Regno di Sicilia passò nelle mani di Carlo I d’Angiò. L’occasione della rivolta contro il dominio angioino ebbe inizio a causa di un gesto di sconsiderata offesa a una donna che si recava nella chiesa dello Spirito Santo.
Con la pretesa di perquisire la dama, uno dei soldati francesi allungò le mani sotto le vesti della donna. Il gesto fu oggetto di reazione da parte di uno degli uomini che l’accompagnavano: estraendo uno spadino dalla fondina del soldato, infilzò lo stesso e lo uccise. La ribellione iniziata quel lunedì si espanse in tutta l’isola da Corleone a Caltagirone. Carlo I, intervenuto militarmente per sedare la rivolta siciliana, si ritirò a Napoli nel settembre 1282 poco dopo lo sbarco di Pietro III d’Aragona a Trapani. Le vicende dei Vespri mettevano in luce gli importanti interessi, soprattutto commerciali, che sia gli Aragonesi che gli Angioini avevano sull’isola, e furono determinanti per l’arresto dell’espansione di Carlo I ai margini dell’impero Bizantino.
Rosario Lanzafame

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