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Il Mit migliore università al mondo. Italia quarta in Europa per atenei in classifica

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 7 giu – Il Massachusetts Institute of Technology (Mit) si conferma la migliore università al mondo. L’ateneo statunitense si aggiudica per il settimo anno consecutivo il primo posto nella classifica stilata dal QS World University Ranking. Secondo QS Quacquarelli Symonds, società globale di consulenza specializzata nell’analisi del settore universitario (con sede a Londra, fondata da Nunzio Quacquarelli – di origini italiane – e Matt Symonds), le prime quattro posizioni sono tutte coperte da atenei statunitensi. Al quinto posto si piazza la britannica Oxford che supera per la prima volta Cambridge. Ma vanno bene anche le italiane: 21 università su 30 hanno guadagnato terreno rispetto allo scorso anno. Tuttavia il migliore ateneo, il Politecnico di Milano, si piazza solo al 156esimo posto, nonostante una scalata di 14 posizioni.
Tra le trenta università Italiane incluse nella classifica, 21 guadagnano terreno e nove lo perdono. Al secondo posto, dopo l’ateneo meneghino, troviamo la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa (167esima), che balza in avanti di venticinque posizioni. Chiude il podio la Scuola Normale Superiore di Pisa che ne guadagna diciassette, piazzandosi al 175mo posto.
Anche l’Università degli Studi di Bologna sale di otto posizioni, e si classifica 180esima. Nella fascia Top 600, l’università italiana che cresce più significativamente rispetto allo scorso anno è l’Università degli Studi di Padova (249esima) che, con un salto di 47 posizioni, è tra le migliori 250 al mondo. Una nota va al Politecnico di Torino (387esimo), che perde ottanta posizioni per un declino in cinque dei sei indicatori. In realtà, la discesa è stata in gran parte determinata dall’avere incluso per la prima volta, nel conto del personale docente, gli Assegnisti di Ricerca, adeguandosi alla definizione di QS del “full-time equivalent staff”. “Quest’anno – ha commentato Ben Sowter, Direttore del Dipartimento di Ricerca di QS – 24 Università italiane su 30 migliorano nella considerazione della comunità accademica internazionale. E 25 migliorano nel criterio che misura l’impatto della ricerca. Sono trend positivi, specialmente considerando la competitività globale che cresce incessantemente. Se si considerano i singoli indicatori, le vostre università compaiono tra le prime cento in otto occasioni”.
I numeri delle nostre università appaiono ancora migliori se li mettiamo a confronto con gli atenei europei: l’Italia è quarta per numero totale di università incluse nella classifica. Tra le prime 200 al mondo, invece, l’Italia è settima, a pari merito con il Belgio, tra le nazioni europee, dopo Regno Unito, Germania, Olanda, Svizzera, Francia e Svezia. In assoluto è la Gran Bretagna a vantare più atenei in classifica, con due tra i primi cinque posti e otto nella top 50. Seguono la Germania con 45 e la Francia con 30. Dopo l’Italia si piazza la Russia a chiudere la cinquina con 27 atenei in graduatoria.
Ma vediamo nel dettaglio come vengono “votate” le università. Lo studio tiene conto di quattro diversi indicatori: Academic Reputation, Employer Reputation, Faculty/Student Ratio, Citations per Faculty. Ebbene, l’indicatore Academic Reputation si basa sulle opinioni di 83.877 accademici e ricercatori universitari internazionali ai quali è stato chiesto di indicare le migliori università, ovviamente esclusa quella per la quale lavorano. Questo criterio contribuisce per il 40% al punteggio globale. In base a questi criteri, l’Università di Bologna è l’ateneo italiano preferito dalla comunità accademica internazionale, ottenendo il 77esimo posto al mondo, seguita dalla Sapienza di Roma all’82esimo posto. Altre quattro università si posizionano tra le prime duecento in questo importante indicatore (Politecnico di Milano 121esimo, Università degli Studi di Padova 141esimo, Università degli Studi di Milano 171esimo, Università degli Studi di Pisa 195esimo) .
L’indicatore Employer Reputation si basa invece sulle opinioni di 42.862 datori di lavoro, responsabili delle risorse umane e manager ai quali è stato chiesto di indicare le università che producono i migliori laureati, secondo la propria esperienza. Questo criterio contribuisce per il 10% al punteggio globale. In questo ambito emerge l’Università Bocconi, la preferita dai recruiter internazionali, ottenendo il 52esimo posto in questo indicatore. Ma attenzione, la Bocconi è considerata un’università specialistica, per cui compare in alcuni indicatori ma non nella classifica globale, che include solo università attive in almeno due macro-aree di studio e ricerca. Segue il Politecnico di Milano al 55esimo posto. Distanziati, troviamo il Politecnico di Torino al 153esimo posto, L’Università Cattolica del Sacro Cuore al 163esimo e L’Università di Bologna al 169esimo. In questo indicatore, solo L’Università degli Studi di Padova (260esima) cresce rispetto allo scorso anno, mentre tutte le altre perdono terreno.
L’indicatore Faculty/Student Ratio misura la quantità di docenti rispetto al numero di studenti. L’Italia è tra i Paesi con la peggiore performance in questo criterio, che determina il 20% del punteggio totale. A parte due notevoli eccezioni, la Scuola Normale Superiore di Pisa, 34esima al mondo, e la Scuola Superiore Sant’Anna Pisa, 68esima, tutte le altre si posizionano nella fascia 600 e oltre. Un dato che dovrebbe far riflettere, anche dal punto di vista di una riorganizzazione dell’istruzione universitaria (più prof, nuovi posti di lavoro).
L’indicatore Citations per Faculty misura la quantità di citazioni nelle pubblicazioni scientifiche indicizzate dalla banca dati bibliometrica Scopus/Elsevier rispetto al numero di docenti e ricercatori, per il periodo 2012-2017. Questo criterio determina il 20% del punteggio totale. In questo criterio, la Scuola Superiore Sant’Anna Pisa (18esima) si posiziona tra le prime venti al mondo seguita dalla la Scuola Normale Superiore di Pisa al 59esimo posto. Il bronzo tra le Italiane va all’Università degli Studi di Ferrara, 178esima, seguono Politecnico di Milano al 190esimo posto, e all’Università degli Studi Milano-Bicocca al 193esima. L’Università degli Studi di Brescia si colloca appena fuori le Top 200, posizionandosi 203esima.
Ecco di seguito la Top Ten mondiale:
1. Mit – Massachusetts Institute of Technology
2. Stanford
3. Harvard
4. Caltech – California Institute of Technology
5. Oxford
6. Cambridge
7. Eht Zurich – Swiss Federal Institute of Technology
8. Imperial College London
9. University of Chicago
10. Ucl – University College London
Adolfo Spezzaferro

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