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Il nuovo Patto di Stabilità è una trappola? Lo ha capito pure Giorgetti

by Michele Iozzino
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Giorgetti

Roma, 5 dic – Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti tratta il tema del nuovo Patto di Stabilità davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, riunite in sessione congiunta, e pone più di un interrogativo sulla sostenibilità di nuovi vincoli.

I dubbi di Giorgetti sul nuovo Patto di Stabilità

Aderire a un patto cucito sulle esigenze di altri Stati rappresenta un forte rischio per l’Italia. Come spiega il ministro Giorgietti, i nuovi parametri del Patto di Stabilità sarebbero controproducenti: “La previsione di ulteriori vincoli rispetto a quanto proposto dalla Commissione potrebbe portare a un esito non pienamente conforme agli obiettivi della riforma così come delineati a partire dalla Comunicazione della Commissione stessa: vale a dire un assetto caratterizzato da semplicità e da un maggiore equilibrio tra gli obiettivi di crescita economica, di promozione della transizione ecologica e digitale, nonché di sostenibilità del debito pubblico ”. La bozza attuale prevede un un taglio annuale del debito dell‘1% per i Paesi che sforano il 90% del Pil, categoria in cui rientra anche l’Italia. Giorgetti non si spinge a mettere in dubbio l’esigenza di una diminuzione del debito, ma ne discute i parametri: “L’Italia intende ridurre il debito in maniera realistica, graduale e sostenibile nel tempo, in un assetto che protegga e incentivi gli investimenti. Conclusivamente ritengo che le regole fiscali e di bilancio non siano il fine ma il mezzo”.

Una trappola per l’Italia?

In altre parole, il nuovo Patto di Stabilità finirebbe per essere una trappola, con il rischio di una sorta di “cura greca” dagli esiti funesti almeno per il nostro Paese. Per questo Giorgetti spiega come “Su deficit e debito la risposta è la serietà: significa prendersi impegni che si possono mantenere. Di fronte a delle regole sfidanti noi in qualche modo possiamo anche accedere, ma rispetto a regole impossibili da mantenere io non credo per serietà si possa dire di sì”. Il vincolo dell’1% sarebbe una vera e propria iattura per il nostro Paese, in quanto impossibile da rispettare. Giorgetti incolpa di ciò il Superbonus: “La riduzione del debito dell’1% si sarebbe verificata già l’anno prossimo se non ci fosse l’eredità del Superbonus”. Oltre all’inasprimento dei parametri, a preoccupare è anche la mancanza della “golden rule”, la quale consentirebbe di scorporare dal calcolo del deficit la spesa per gli investimenti green e digitali, e non solo per quelli destinati alla difesa.

Michele Iozzino

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