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Il triste tentativo di sopravvivenza di Forza Italia

by Alberto Celletti
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Forza Italia

Roma, 2 ott – Forza Italia è ripartita dal “Berlusconi Day” e già questo dice tutto. Un conto è commemorare il leader defunto e fondatore, altro cercare in qualche modo di farlo “rivivere” visto che non si esiste senza la sua figura. Antonio Tajani e soci, in modo pasticciato e confuso, ci avevano pure provato. Da Paestum, in ogni caso, c’è un tentativo, forse l’ultimo, di far sopravvivere una cultura politica che probabilmente non ha alcun futuro.

Forza Italia e i tentativi di sopravvivenza

Ci avevano tentato con la pazza idea dell’ologramma di Berlusconi ad accogliere gli invitati. Un “guizzo geniale” a cui la famiglia ha successivamente risposto picche: giustamente, aggiungeremmo. Perché le operazioni ridicole si qualificano da sole, ledendo la dignità di un cognome, qualsiasi esso sia. Ma il rifiuto della dinastia di Arcore involontariamente apre i discorsi sulle possibilità del partito di sopravvivere al suo fondatore. Molto modeste, considerando il legame indissolubile costruito con il suo presidente. Tajani, in ogni caso, sembra provarci.

Paestum e le risorse economiche limitate

Anzitutto, la segreteria Tajani sarà allargata con 4 vice. Il Consiglio nazionale di Forza Italia si era riunito ieri mattina nella cittadina campana, per approvare anche la modifica dello statuto, soprattutto per punire chi non paga le quote associative. Il che è un tratto distintivo a sua volta: curioso che venga fuori un argomento del genere subito dopo la dipartita di Berlusconi. D’altronde, il fratello del defunto, Paolo, qualche scricchiolo lo ha palesato, quando ha dichiarato: “La famiglia è sempre al fianco del partito, ma contribuiscano anche i parlamentari”. Parole forse mai venute fuori nel trentennio di regno del Cavaliere. Comunque, ideologicamente, la nuova Forza Italia sarà identica alla vecchia, come mostra il documento ufficiale redatto a Paestum: liberalismo, assoluta identità con il Ppe, e quant’altro. Ora tutti puntano gli occhi sul Congresso di febbraio: nell’occasione, forse, si capirà di più sulle pallide possibilità di sopvravvivenza del partito.

Alberto Celletti

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