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Ilva, una caduta incredibile: ecco quanto acciaio produce oggi (rispetto agli anni Sessanta)

by La Redazione
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Roma, 21 mag – Ilva produce sempre meno acciaio e i numeri sono drammatici. L’ex Italsider e oggi Acciaierie d’Italia, dagli anni Sessanta del secolo scorso ad oggi, ha generato un crollo di produzione che certifica – insieme ad altri settori ad esso collegati, come quello automobilistico – la progressiva seppur lenta deindustrializzazione italiana.

Ilva, produzione di acciaio mai così bassa: i numeri

Secondo i numeri riportati dal quotidiano La Verità nell’edizione odierna, per Ilva – Acciaierie d’Italia la situazione è precipitata negli ultimi decenni: il marchio produce addirittura un terzo dell’acciaio che faceva negli anni Sessanta del secolo scorso. L’altoforno 4 dello stabilimento di Taranto viaggia a velocità e ritmi sempre più bassi. Questo perché le condizioni degli impianti sono sempre peggiori e gli investimenti sempre più scadenti, nonostante le rassicurazioni della dirigenza. In particolare, il tracollo ha subito un’accelerata dal 2011 ad oggi, passando a valori che difficilmente raggiungeranno il milione e mezzo di tonnellate (peraltro molto meno dei sei necessari per andare in pareggio). Il ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha provato a mettere una pezza rassicurando sulla futura efficacia degli impianti, ribadendo la necessità di ottenere il risarcimento dall’ex socio Ancerlomittal, responsabile del degrado a picco degli ultimi anni: “Spero vi sia accordo”, dice. Ma il problema di Acciaierie d’Italia è molto più profondo…

Il socio straniero è  la bara, manca il chiodo

Se non si interviene in modo deciso sulla questione, alla bara di Ilva manca solo il chiodo. Una grossa mano a costruire la prima l’ha data Arcelormittal, con la sua politica totalmente inaffidabile. La deindustrializzazione italiana si sta palesando in diverse forme, ma certamente quella fatta di acciaio è tra quelle a destare maggiore preoccupazione. Non si capisce bene come il governo possa riprendere realmente in mano una situazione di simile ridimensionamento. L’estromissione di Ancelor sarebbe solo un primo passo. Ma chiaramente non sufficiente.

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