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Industria Italiana Autobus: un “salvataggio” in mani turche

by Salvatore Recupero
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Roma, 2 feb – Buone notizie per Industria Italiana Autobus (Iia). Secondo un comunicato del ministero dello Sviluppo Economico Leonardo e Invitalia hanno sottoscritto un aumento di capitale di 21 milioni di euro di Iia, insieme alla turca Karsan. Si conclude così un “complesso e articolato percorso che consente all’azienda di dotarsi di un assetto patrimoniale ed industriale compatibile con le aspettative di sviluppo alla base del suo rilancio produttivo e occupazionale”.

La ricapitalizzazione, deliberata dall’assemblea, rientra in un piano concordato con il Mise che dovrebbe dare ulteriori finanziamenti all’azienda per 18 milioni in accordo con la Regione Campania. Si tratta senza dubbio di una buona notizia. Industria Italiana Autobus sta vivendo una profonda crisi: quattrocentocinquanta dipendenti dei siti di Bologna e di Flumeri in provincia di Avellino rischiavano di perdere il loro posto di lavoro. Tuttavia, non possiamo fare a meno di sottolineare alcuni punti oscuri. Andiamo con ordine. Intanto, come possiamo leggere nella nota ministeriale: “L’aumento di capitale è stato altresì in parte riservato ad un nuovo socio industriale, in via di definizione, che dovrà sottoscrivere la propria quota entro sei mesi. Al termine dell’operazione, le quote del capitale sociale saranno così suddivise: 20,07% Leonardo, 20,03% Karzan, 29,95% Invitalia e 29,95% il nuovo socio industriale”. Nessuno sa ancora chi sarà il prossimo partner in questa cordata. L’ipotesi di un coinvolgimento di Ferrovie dello Stato è sfumata da tempo. Nei prossimi mesi vedremo chi sarà il prossimo investitore.

C’è però un altro punto che lascia perplessi: la quota di capitale sociale assegnata a Karsan (società turca specializzata nella produzione di autobus). Assegnare il 20% ad un potenziale concorrente non sembra una mossa lungimirante. Anche perché la società con sede a Bursa opera già nel nostro mercato dal 2015 ed ha a Torino il suo quartier generale per la promozione di veicoli per il trasporto urbano ed extraurbano. Sicuramente aver coinvolto nell’operazione Invitalia (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa) è stata un’ottima idea, in quanto è una società per azioni partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia. Alla luce di quanto detto, non si capisce la mossa del Governo del cambiamento. Il ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio in passato aveva parlato della necessità di salvare l’azienda tramite Invitalia (e con una quota di minoranza in pancia a Leonardo), per “realizzare il polo dell’autobus italiano” a forte vocazione ambientale puntando sui veicoli elettrici per il trasporto pubblico locale. Oggi un quinto del capitale sociale di Industria Italiana Autobus è in mano a gruppo extraeuropeo, che per di più produce gli stessi prodotti.

Questa vicenda come altre è paradigmatica del comportamento del M5S. Quella dei pentastellati è una politica economica ambigua che da un colpo al cerchio (tutela dell’interesse nazionale) e un colpo alla botte (difesa del libero mercato).

Salvatore Recupero

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