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Infermiere molesta una paziente, chiede scusa e ottiene uno sconto di pena

by La Redazione
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Roma, 27 mar – Un infermiere che molestava una paziente ha ottenuto uno sconto di pena dopo un “pentimento” espresso con delle scuse, come riporta Tgcom24, per un fatto avvenuto a L’Aquila nel 2011.

Infermiere molestatore di una paziente chiede scusa e ottiene lo sconto di pena

Il fatto è stato ritenuto di “minore gravità” dopo l’ammenda del condannato, e i giudici hanno giudicato gli abusi “compiuti in modo repentino”. Sono state sufficieni le scuse dell’uomo per sostenere che “la libertà sessuale non sia stata compromessa in modo grave”. La Cassazione riporta infatti che la Corte d’appello dell’Aquila ha considerato “la vulnerabilità della vittima, degente presso il reparto di Psichiatria, e la sua fragilità psicologica, che ha ritenuto compromessa in maniera non grave proprio sulla corta” delle scuse”. La pena dell’uomo è stata ridotta a tre anni e quattro mesi, ma il procuratore generale dell’Aquila aveva sostenuto una “erronea applicazione” dell’articolo del codice penale che prevede una “riduzione della pena per gli abusi di minore gravità”. Secondo il procuratore c’era  “un vizio di motivazione” dal momento che i giudici avevano valutato soltanto “la natura oggettiva degli atti sessuali”. La Cassazione, in ogni caso, ha sostenuto la sentenza di sconto, definendola “congrua e in linea con l’orientamento giurisprudenziale”.

Non esattamente una pacca sul sedere

Va detto che non si parla di una pacca sul sedere o di un atteggiamento verbalmente volgare, ovvero di comportamenti maleducati e sgradevoli prima di tutto ma ancora di lieve entità. Si parla proprio di azioni reiterate costanti, sul corpo della donna, ricoverata nel reparto di Psichiatria. Quindi palpeggiamenti sul seno e sulle parti intime. La sentenza già sta provocando polemiche e osservazioni sulle sue possibili conseguenze, in particolare sul fatto che la decisione sarà portata come esempio da molti difensori di imputati accusati di violenza sessuale per il riconoscimento delle attenuanti.

Alberto Celletti

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