Roma, 9 giu – Capitan Ovvio da oggi è il soprannome prediletto per Mario Draghi, che all’Ocse sciorina un discorso sulla crisi in atto così pieno di banalitù – e povero di soluzioni, da lasciare quasi abbattuti, come riporta anche Tgcom24.
Capitan Ovvio Draghi all’Ocse sull’inflazione
Capitan Ovvio Draghi ci regala un commento di saggezza sull’inflazione, commentando la guerra: “L’invasione russa dell’Ucraina ha portato a un significativo peggioramento delle prospettive di crescita e a un forte aumento delle aspettative di inflazione”. E per combattere l’aumento dei prezzi Mario Draghi indica una via: “Bisogna introdurre un tetto ai prezzi dell’energia”. Il contesto è Parigi, alla sede dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). E il tema delle prospettive di crescita allarma. Draghi prosegue così: “Insieme all’energia, i prezzi dei generi alimentari stanno contribuendo a far salire il tasso di inflazione anche nei paesi più ricchi. Nell’area dell’euro, i prezzi sono aumentati dell’8,1% a maggio rispetto all’anno precedente. Tuttavia, se escludiamo elementi come energia e cibo, l’aumento è solo circa la metà, un salto significativo, ma molto inferiore rispetto agli Stati Uniti”.
Nuove ovvietà sullo sblocco dei porti
Sbloccare i porti per evitare la catastrofe alimentare, se non altro, è la più tollerabile delle ovvietà. Almeno inquadra il problema in una prospettiva meno superficiale. E così, per Draghi, “lo sforzo per evitare la crisi alimentare deve iniziare dallo sblocco dei porti e della migliaia di cereali che sono lì. Lo sforzo di mediazione delle Nazioni unite è un notevole passo in avanti, sfortunatamente è l’unico”, ha detto il premier a proposito della guerra in Ucraina, sottolineando che il blocco del grano sta facendo “aumentare i prezzi causando una catastrofe a livello mondiale”. Tutti questi bei propositi come vengono affrontati? Ovviamente, fornendo armi all’Ucraina. Ancora. E continuando con le sanzioni. Ancora. Ma questi sono dettagli. Per quest’oggi, Capitan Ovvio ha detto anche troppo, fotocopiando dichiarazioni espresse decine di volte.
Alberto Celletti