Roma, 29 apr – Spaesate nelle mille opportunità del campionato, prorompenti negli appuntamenti dove non si può proprio sbagliare. Ai limiti del disturbo bipolare è il destino che ha accomunato in questa stagione Inter e Fiorentina, ultime contendenti in Coppa Italia nonché semifinaliste (rispettivamente) di Champions League e Conference. Se non fosse che ormai anche la Serie A viene spalmata su tutto l’arco orario televisivamente utilizzabile, per viola e nerazzurri potremmo tranquillamente servirci del soprannome coniato nella prima metà degli anni ‘80 da Gianni Agnelli per la stella polacca Zibì Boniek. Belle di notte avrebbe detto l’Avvocato. Regine di coppa, aggiungiamo noi.
Una Serie A avara di soddisfazioni
Tenuto conto dei rispettivi obiettivi – i meneghini avrebbero dovuto lottare per lo scudetto, la squadra toscana per migliorare il settimo posto della scorsa stagione – entrambe sono le grandi delusioni della corrente Serie A. Classifica alla mano gli uomini di Simone Inzaghi si ritrovano al momento fuori anche dalla zona-Champions, l’undici allenato da Italiano esattamente a metà graduatoria. Posizioni figlie della classica annata storta, di quella spina staccata troppo frequentemente, di una serie di partite in cui si è raccolto meno di quanto seminato, è vero. Ma che in ogni caso, soprattutto allargando lo sguardo su tutto il 2022/23 – ossia considerando le (ben diverse) prestazioni di coppa – non trovano una spiegazione pienamente logica.
Europa: Inter pragmatica, Fiorentina prolifica
Proprio l’Inter, a lungo colabrodo in Serie A – in particolare fuori casa – sui terreni europei ha ritrovato quello spirito guerriero di contiana (e mourinhana) memoria. In Champions League infatti Bastoni e soci vantano finora dati difensivi tra i migliori del continente. La Beneamata è la squadra che ha cercato nonché vinto più volte il contrasto – 68 su 146. Onana poi ha mantenuto la porta inviolata in 6 incontri – come i portieri del Manchester City – appena sotto a quelli schierati dal Bayern Monaco. Pur non disdegnando in alcuni frangenti una solida difesa a cinque, in fase di possesso il modulo interista ha lavorato – e bene – in ampiezza. Con quasi 20 cross a gara il Biscione non a caso primeggia per traversoni andati a buon fine.
In Conference, invece, la Fiorentina si è fatta largo grazie alla produzione offensiva. I toscani in 14 gare – preliminari compresi – hanno infatti messo insieme 34 reti. Quasi come quelle siglate in campionato, ossia 37 nelle 31 partite finora disputate. “Fuori” dai confini nazionali Bonaventura e compari segnano praticamente il doppio. Analizzando la competizione nel suo insieme stiamo parlando della compagine più prolifica, quindi arrivata più volte al tiro. Positivi anche i dati del possesso palla e nella precisione nei passaggi. Le statistiche di squadra vanno di pari passo con i numeri individuali: Cabral e Jovic sono capocannonieri con 6 gol a testa, Kouamé il calciatore con più assist (5).
Coppa Italia, (pen)ultimo ballo?
Ovviamente prima di pensare a Istanbul o Praga ci saranno da superare gli ostacoli di Milan e Basilea. Nel frattempo Inter e Fiorentina dovranno comunque preparare al meglio un’altra finale, quella di Coppa Italia. Percorso netto dei viola – senza problemi contro Sampdoria, Torino e Cremonese – qualche fatica in più invece nel tragitto nerazzurro. Trascinati dalle marcature dei difensori italiani (Acerbi, Darmian e Dimarco rispettivamente contro Parma, Atalanta e Juventus) i detentori della coccarda tricolore sono dovuti passare da supplementari, vittorie di misura e reti in pieno recupero.
Se Turchia e Repubblica Ceca non sono così lontane, Roma è già dietro l’angolo. Appuntamento al 24 maggio: nella notte capitolina le regine di coppa dovranno presentarsi con un vestito ancora più bello. Togliersi poi lo sfizio di allungare la stagione fino alla prima decade di giugno significherà aver indossato l’abito migliore.
Marco Battistini
