Roma, 22 mag – Mi raccomando, cari lettori, non vi azzardate a pensare che lo Stato di Israele possa commettere genocidio, perché probaiblmente è vietato dalla legge, anzi no, ma in pratica sì. Il rumore pazzesco che negli ultimi giorni stanno facendo sia gli organi politici di Tel Aviv che la stampa, la cultura e la politica ad essa vicini è quasi ridondante. Più che altro per il rifiuto categorico di accettare che qualcosa non vada nella condotta di chi difendono e sostengono, spesso a prescindere e al di là di qualsiasi evidenza del reale.
Israele non può commettere genocidio e non vi permettete la libertà di pensarlo
Non importa se la Corte dell’Aja ammonisce contro il genocidio attuato dalle Ifd e dalla politica feroce sulla Striscia di Gaza. Non importa se gli attacchi hanno riguardato pure gente che faceva la fila per il cibo. Non importa se il segretario dell’Onu Antonio Guterres ha usato la stessa espressione ormai diverse volte. Sono tutti pazzi, cretini o folli, perché Israele non può commettere genocidio. A prescindere. E il paragone con il Nazismo è aberrante. Come vi permettete di pensare che un popolo vittima di un tentativo di sterminio possa a sua volta attuare un tentativo di sterminio? È impossibile, il monopolio della sensibilità e dell’esperienza storica non lo consente.
Un delirio francamente imbarazzante
Sembra di osservare i giochi delle figurine panini. Io ne ho di più di te, e se vuoi una mia ne devi dare di più in cambio perché la mia è più rara. Così si autopercepisce la cultura che ricorda la Shoah e poi non affronta la realtà di altre forme molto simili di distruzione di popoli altrui, solo perché vi è coinvolto il proprio, di popolo, il che potrebbe essere anche spiegabile da un punto di vista di appartenenza ma lo è molto di meno delle espressioni usate.
Non è piangendo sulle accuse che il mondo intero sta rivolgendo a Israele che si cambia registro. Non è sbattendo i piedini perché non sta bene che gli altri si siano accorti che qualcosina – ma ina ina ina – a Gaza non vada esattamente come dovrebbe. Ben oltre la “semplice” guerra, che già è di per sé qualcosa di drammatico. In ogni caso ricordiamocelo, tutti insieme, perché quando i maestri entrano in aula dobbiamo salutarli. Poi recitare da bravi bambini la formula: “Israele non può commettere genocidio”. Magari aggiungendoci un “Hamas cattiva”, che fa sempre bene al cuore, all’anima e all’autonomia intellettuale.
Per concludere, non vi permettete minimamente di pensare che questo articolo non sia antisemita. Perché deve esserlo. Per forza. Chi critica Israele non può avere ragione.
Stelio Fergola