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La Bce pone fine al Qe: quanto rischia l'Italia?

by La Redazione
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Roma, 14 giu – La Bce sembra decisa: addio al Qe. Il Quantitative Easing sparirà infatti a fine dicembre. La tabella di marcia prevede un breve ‘tapering’ nell’ultimo trimestre 2018 e i tassi d’interesse resteranno fermi ai minimi record almeno fino alla prossima estate. In una nota dell’Eurotower, che si è riunita oggi a Riga nell’appuntamento annuale fuori sede, si afferma che “dopo settembre 2018, e in subordine al fatto che i dati in arrivo confermino le stime di medio termine d’inflazione, il tasso mensile degli acquisti netti di titoli sarà ridotto a 15 miliardi fino a fine dicembre 2018, e che a quel punto gli acquisti netti termineranno“.
Su questo giornale la scorsa settimana abbiamo spiegato che il Quantitative Easing, lanciato nel marzo 2015 al ritmo di acquisti per 60 (poi diventati 80) miliardi al mese, ha progressivamente ridotto la sua portata (oggi gli acquisti mensili ammontano a 30 miliardi circa) e si avviava, come da previsione, verso un graduale smantellamento. Se inizialmente si parlava di settembre 2018 come data-limite, si ipotizzava però che sarebbe potuto anche slittare a dicembre. Detto fatto, oggi è arrivata la conferma della Bce. All’interno della Banca Centrale ha prevalso quindi, come anticipavamo, la linea dei “falchi” come il governatore della Bundesbank tedesca Jens Weidmann: il Qe andrebbe chiuso “il prima possibile”, aveva spiegato. Gli stessi falchi che promuovono addirittura il retrocedere verso un aumento dei tassi di interesse per contrastare l’inflazione che oggi veleggia poco al di sopra dell’1%, lontana nonostante gli sforzi dall’obiettivo del 2.
Per Mario Draghi in ogni caso il programma di acquisto titoli della Bce “non sta scomparendo, ma rimane nella cassetta degli attrezzi”, e di conseguenza potrà sempre essere utilizzato “per contingenze che ora non vediamo”. Inutile dire che vi sono adesso dei rischi per l’Italia, con gli investitori internazionali che rimarcheranno il nostro debito pubblico sul tavolo delle aste su cui vengono collocati i nostri titoli. I tassi di interesse poi aumenteranno, pur restando su livelli bassi per il mancato innalzamento dell’inflazione.
Alessandro Della Guglia

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Raffo 14 Giugno 2018 - 8:26

Rischi??? Fuori dall’euro , dopo i colpi iniziali , solo ricchezza e benessere.

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