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La Blockchain può essere utilizzata per migliorare le soluzioni di energia verde?

by La Redazione
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Da quando nel 2008 fu lanciata la prima criptovaluta, il Bitcoin, sembra ormai passata un’epoca. Quello che fino a poco tempo fa sembrava un mondo riservato a una cerchia ristretta di persone, nel volgere di pochi anni ha stravolto l’equilibrio economico internazionale, diventando un attore di primo piano dello scenario globale.

La familiarità con Bitcoin, Ethereum e le altre criptovalute, è aumentata così tanto che adesso tutti quanti possono facilmente operare con le crypto, creando in pochi minuti un proprio portafoglio di investimento, per esempio su un exchange come zondaglobal.com, bypassando di fatto qualsiasi intermediario e decidendo in totale autonomia come e su cosa investire. Una svolta storica che ha aumentato la consapevolezza che le criptovalute e la tecnologia che le rende possibili, possono aprire scenari sempre più ampi.


Come funziona la tecnologia blockchain

La blockchain, infatti, è una sorta di un libro digitale che registra in maniera e univoca un bene digitale. I dati impressi sui blocchi di una blockchain non possono essere modificati, proprio per questo risulta una tecnologia incredibilmente efficace in tutti quei contesti in cui si richiede una validazione immutabile e sicura. Uno degli sviluppi più innovativi è quello legato al mondo energetico, potendo trovare applicazione in tutta la catena del valore: dal produttore al fornitore di servizi, fino al consumatore finale.

Senza intermediari o broker, la vendita e il consumo, tanto nelle abitazioni che per esempio nelle macchine elettriche sempre più diffuse anche in seguito alla recente decisione dell’Unione Europea, possono contare su un supporto chiaro e trasparente che registra gli scambi effettivi senza l’intervento di un attore esterno.

Le azioni da intraprendere per utilizzare la blockchain nel mondo dell’energia

La strada per poter vedere un’applicazione a larga scala della tecnologia blockchain nel mercato dell’energia verde è ancora molto lunga, perché ci sono ancora degli ostacoli, culturali più che tecnologici, che devono essere superati tanto nel nostro Paese che nel resto dello scenario internazionale. Ci sono delle azioni mirate che devono coinvolgere tutti quegli stakeholders che possono recitare un ruolo fattivo per cambiare questa situazione.

Leggi e normative


Innanzitutto, c’è bisogno di trasparenza e chiarezza normativa. Per questo motivo uno dei primi passi da muovere verso una transizione ecologica efficiente, che possa integrare nella sua strategia anche le potenzialità degli smart contract e delle blockchain, è quello di avere regole e leggi che definiscano il perimetro entro cui è possibile muoversi, soprattutto per quel che concerne gli investimenti.

Maggiore consapevolezza

C’è poi un secondo punto da perseguire: aumentare la consapevolezza e la cultura di queste tecnologie, promuovendone i punti di forza e suggerendo le possibilità imprenditoriali e di investimento per chiunque si stia avvicinando a questo mondo, ma ha ancora delle riluttanze dovute a una scarsa comprensione dei meccanismi e degli sviluppi futuri. Ci sono decine di esempi e di case history che possono aiutare in questo compito, niente affatto proibitivo, anche per promuovere questi modelli a un pubblico più ampio, quello del cittadino comune.

Ricerca e sviluppo

L’ultimo aspetto è quello legato agli investimenti. Il mondo dell’energia e quello della blockchain si sviluppano su tecnologie che hanno bisogno continuo di ricerca e sviluppo, per autoalimentarsi e porre in essere modelli concorrenziali con quelli già esistenti. In questo senso, la sinergia tra il settore pubblico e quello privato è una condizione necessarie che deve essere perseguita, sostenuta, facilitata.

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1 commento

fabio crociato 20 Luglio 2022 - 7:57

La blockchain è altamente energivora, pure ad andamento esponenziale, al punto da rendere assai dubbio il suo presunto vantaggio verso il “verde”. Un causa-effetto a risultato zero, o peggio. Comporterà invece molta più trasparenza nella gestione dei “dominati” e sta tutta qui la vera redditività.

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