Roma, 7 dic – Las Vegas, Usa, ennesima sparatoria in un Paese che non trova pace e piange ancora una volta vittime innocenti in una società teoricamente pacifica.
Las Vegas, la dinamica della sparatoria
Come riporta l’Ansa, la scena di sangue questa volta avviene all’Università del Nevada, a Las Vegas, come la sparatoria in questione ha prodotto almeno tre morti, oltre al killer, mentre un’altra persona si trova in condizioni critiche: il bilancio, ovviamente, è provvisorio. Lo scenario è ormai inflazionatissimo, quello del campus universitario con conseguenti studenti terrorizzati. L’allarme è scattato alle 20.30 italiane, le 11.30 locali, nella Beam Hall, dove c’è la facoltà di economia. E allora parte l’avviso: lasciate tutti la zona, immediatamente. Poi, dopo mezz’ora, la polizia comunica l’individuazione del sospetto e la sua morte.
Come in guerra, ma peggio
La società americana vive una guerra “peggiore della guerra” perché, senza mezzi termini, vive una situazione di teorica ordinarietà sociale ma al tempo stesso sperimenta scontri a fuoco degni di una guerriglia. Nel Paese il 40% della popolazione possiede un’arma. Vengono giustamente ricordati i casi di Stephen Paddock, 64 anni, che sparò sulla folla con ben 23 armi, tra cui diversi fucili d’assalto, dalla finestra della sua stanza nel Mandalay Hotel, con un bilancio di 61 morti e 850 feriti. Così come si sottolinea come il 2023 sia “l’anno peggiore” in termini di “stragi da pallottola” dall’ormai remoto 2006.
Alberto Celletti