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L’Italia inchiodata dall’Ue per saldare un debito che non ripagherà mai

by Stelio Fergola
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Italia Ue Giorgetti

Roma, 18 sett – L’Italia è inchiodata dall’Ue a un debito quasi “africano”, se si fa caso alle innumerevoli similitudini tra il sistema di pareggio dei bilanci pubblici e alla moneta dell’Euro con il mai troppo criticato franco Fca nelle terre del continente nero. Di più: è costretta a non spendere e a non investire per saldare qualcosa che – a meno di non essere ancora così imbecilli da crederci – non salderà mai. Lo diciamo da anni, lo argomentiamo da anni. Perché ora lo ripetiamo? Semplice: il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha rilanciato il tema. Probabilmente per autoassolversi riguardo ai prossimi progetti di ulteriore distruzione del settore pubblico (si era parlato delle Poste e dei porti), certamente per chiedere a Bruxelles revisioni impossibili del Patto (inerenti la ben nota esclusione degli investimenti dal computo) ma in ogni caso le sue dichiarazioni vanno registrate.

“Solo l’anno prossimo, 14 miliardi di debito: soldi sottratti a Sanità, aiuti e riduzioni delle tasse”

Come riporta Il Sole 24 Ore, il ministro è stato di una chiarezza disarmante: “Se crediamo nel futuro, se crediamo in chi investe sulla famiglia e l’impresa, con la stessa logica, come governo, rivendichiamo a ogni livello che il Patto di stabilità escluda dal conteggio gli investimenti”. Aggiungendo che “come ministro Economia mi alzo la mattina e condivido le angosce, le preoccupazioni di tanti imprenditori e famiglie che si alzano con il debito sulle spalle. Anche io da ministro mi alzo con un grande debito sulle spalle: 2.859 miliardi: significa che soltanto l’anno prossimo, per interessi in più dovremo pagare 14 miliardi, 14 miliardi sottratti ad aiuti, sanità, riduzione delle tasse“.

L’Italia, l’Ue e un debito che non si ripagherà mai

L’Italia inchiodata nell’Ue non ripagherà mai questo benedetto debito. Senza dimenticare che nessun Paese – tranne forse casi sparuti come la folle Romania comunista di Nicolae Ceausescu – “assolve” pienamente il proprio saldo negativo. In ogni caso, anche definendo in modo più conciso le situazioni, si può dire che non lo ridurrà mai consistentemente. Perché non è possibile farlo e la storia del trentennio europeo lo dimostra pienamente. Eccezion fatta per il 2009 e per gli anni della pandemia, il nostro Paese è sempre stato in “attivo”, ovvero in avanzo primario, nella sua bilancia. In soldoni, ha sempre “guadagnato” più di quanto ha speso. Eppure a parte qualche lieve flessione in sparuti frangenti, il maledettissimo debito è sempre cresciuto: il motivo sono notoriamente gli interessi, ma è poco utile concentrarsi su quelli. Il dato di fatto è che continuiamo a tagliare risorse per spendere sempre di meno, continuiamo a tassare e ad impoverire, continuiamo ad ostacolare la serenità di tutti: imprenditori, lavoratori, cittadini. Senza alcun risvolto pratico: tranne per i fessi che ci credono ancora, quello sia sempre ribadito.

Stelio Fergola

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