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L’Italia tornerà mai nucleare? Una questione aperta

by Stelio Fergola
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Roma, 2 gen – Se l’Italia tornerà mai all’energia nucleare è un quesito dal proverbiale “milione di dollari”. Specialmente se posto da parte di chi – come chi scrive – ha sempre sostenuto l’importanza dell’autonomia energetica, ricercata ossessivamente dai critici dell’atomo in presunte forme rinnovabili le quali – almeno fin’ora – hanno dimostrato più limiti che garanzie.

Italia nucleare, forse c’è speranza

Gli ultimi sviluppi sul tema dell’energia nucleare sono quanto meno interessanti. Non tanto per una – ahinoi – ritrovata consapevolezza nazionale sul tema, ma per le solite spinte che vengono dall’esterno, in questo caso perfino dall’Unione Europea. E dunque per i soliti “consigli” che vengono da fuori, quasi sempre presi a modello da un Paese come il nostro che, ormai, sembra incapace di produrre anche un minimo “pensiero proprio”, specie se prospettico e costruttivo. Ma se dall’estero ci consigliano bene, quale che sia il motivo, forse è un punto per sperare, almeno, di interrompere una farsa, quella dell’anti-nuclearismo, durata fin troppo, ben oltre la tolleranza della logica e del raziocinio.

Dopo le ultime dichiarazioni provenienti da Bruxelles, la Lega coglie la palla al balzo e si dichiara pronta ad appoggiare un referendum, seguita da Forza Italia. È una buona notizia, ma non una novità. Dal momento che – da sinistra – tutto tace. Ma non ci sarà – non siamo ottimisti – da scommetterci troppo.

Il pretesto della transizione green?

L’Ue si è schierata apertamente al favore del nucleare, come abbiamo appena appreso. Lo ha fatto ritenendo il nucleare medesimo un sistema per avviare la transizione verso la cosiddetta svolta energetica “green” e verso un futuro fatto prevalentemente di rinnovabili. Dunque sempre partendo da una retorica anti-nuclerarista che ha preso molto piede negli ultimi decenni, specialmente nel nostro Paese, che ha detto addio alle centrali nell’ormai lontano 1987, e che ha rifiutato di poterle sviluppare nuovamente nel 2011, pressato dalla fobia ambientalista concentrata sulle scorie e sul rischio di ipotetiche esplosioni sulla scorta di quelle avvenute nella vecchia Unione Sovietica o – più recentemente – in Giappone.

Che sia un pretesto dialettico o meno, sarebbe un’occasione da cogliere al volo, considerati gli enormi problemi che – sul fronte energetico – l’Italia non nucleare ha dovuto affrontare negli ultimi tre decenni. I quali, con il prossimo boom delle bollette, potrebbero approfondirsi in modo molto serio.

Stelio Fergola

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1 commento

jenablindata 7 Gennaio 2022 - 12:02

vediamo di non prenderci in giro:
se cominciassimo DOMANI stesso a mettere la prima pietra,
ci vorrebbero dai sei agli otto anni di lavori prima che parta la prima centrale.
SE cominciassimo domani.
non voglio nemmeno pensare che odissea sarebbe,seguendo le norme e le pratiche burocratiche vigenti…
capace che se ne riparla tra 15 o 20 anni.

e noi siamo in emergenza ADESSO grazie agli imbecilli che ci governano leccando sedere e piedi a ue e usa senza seguire i nostri interessi…
in primis quelli energetici,che sono vitali.

quello che si deve fare adesso..e per adesso intendo SUBITO – visto il kazakistan? –
è riaccendere le centrali a carbone,rimettere in funzione le pompe di estrazione di gas in italia
che sono ferme…
scavarne di nuove,rimettersi a negoziare con russia e similari per la NOSTRA convenienza fregandocene degli interessi tedeschi,francesi e americani,
e EVENTUALMENTE rimettere in funzione le quattro centrali nucleari italiane GIA’
esistenti,sempre che sia possibile:
tanto ci costano comunque parecchio ogni anno,
in manutenzione costante…tanto vale che siano in funzione e rendano.

infine…
smetterla di buttare soldi in quel pozzo senza fondo che è il nucleare da fusione,
e studiare seriamente per la fissione di terza e quarta generazione [i reattori autofertilizzanti]
e sopratutto,sulle centrali al torio..se proprio si vuole andare sul nucleare.

ma sopratutto…
abbiamo un geotermico che probabilmente ci renderebbe totalmente autonomi sul fronte energetico,
se ci si spendesse quello che costa UNA singola centrale nucleare:
che cosa si aspetta a sfruttarlo efficacemente?
cos’è,non c’è abbastanza da MAGNARE?
incapaci…

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