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Luca Mercalli la spara grossa sul caldo: “Stiamo rischiando l’estinzione”

by Sergio Filacchioni
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Caldo

Roma, 7 settembre – Ogni estate assistiamo al teatrino sul caldo a cui di solito segue un vuota retorica ed un allarmismo sfacciato: non fa eccezione Luca Mercalli – climatologo e presidente della Società italiana di meteorologia – che ospite a Bergamo della rassegna “Molte fedi sotto lo stesso cielo” ha lanciato l’ennesimo monito catastrofico.

Il caldo record

“Nei primi decenni del ventunesimo secolo cominceremo a percepire i sintomi degli eccessi della crescita”. Salvo correre ai ripari per tempo. Estati torride, incendi di proporzioni mai viste, tempeste di grandine, ghiacciai che si sciolgono e mari che si surriscaldano: Luca Mercalli, ospite di «Molte fedi sotto lo stesso cielo» tratteggia la traiettoria che sta assumendo il clima. «Il pianeta ha la febbre», sottolinea il climatologo, che presiede la Società italiana di meteorologia. Mercalli però soffia sempre sulla stessa minestra: le diagnosi inascoltate del Club di Roma nel 1972, il cambiamento climatico, deforestazione, cementificazione e le ormai proverbiali “isole di plastica” che riempiono gli oceani. Nessuno fa mai notare, però, che la maggior parte dell’inquinamento da plastica arriva dai fiumi del terzo mondo: Gange, Mekong, Indo, Amur ecc… insomma nessuno va mai oltre il facile piagnisteo sull’avidità consumistica e si spinge a criticare il disegno economico che ha costruito in Asia il suo bacino di produzione a basso costo. Quale sarebbe poi la relazione tra plastica e surriscaldamento va ovviamente chiarito, in ogni caso i problemi – ben distinti e con evidenti colpevoli – finiscono sempre per essere annacquati nel calderone del “riscaldamento globale”, come capro espiatorio di tutti i mali. Nelle polemiche da bar sul caldo, finiscono anche temi importanti, e questo ne è un chiaro esempio.

Negazionismo

Chissà come e perchè questi interventi finiscono sempre con la messa in guardia dal negazionismo. Preoccupa l’aumento della temperatura media su scala globale nell’ultimo secolo, salita di 1,2 gradi centigradi? Fa nulla, l’importante è non dire altro oltre al fatto che siamo spacciati. “Le temperature di domani dipendono dalle scelte che compiamo oggi. Sappiamo che la colpa è tutta delle emissioni di gas serra, la quantità di CO2 in atmosfera è la massima da almeno 800 mila anni — evidenzia, mettendo in guardia dai negazionisti —. Quando una fesseria condiziona il futuro delle generazioni è molto pericoloso”. Vero caro Mercalli, queste fesserie sulla decrescita sono veramente pericolose, molto più dell’anidride carbonica.

Sergio Filacchioni

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