Roma, 21 mag – Carola Rackete e Roberto Salis sono amici. Ovviamente, stiamo giocando un po’. Di sicuro il convegno organizzato da Alleanza Verdi e Sinistra dell’altro ieri è simbolicamente molto incline a ricordarci cosa sia la sinistra e come, alla fine, tutto torni come un perenne gioco dell’oca dall’esito scontatissimo.
Rackete e Salis, il sodalizio e la solita richiesta di liberazione di Ilaria
Nella fiera delle previsioni scontate c’è anche il fatto che Carola Rackete chieda la liberazione di Ilaria Salis. Il che – è incredibile ma davvero così – si lega al fatto che chieda anche di fare entrare orde di immigrati clandestini attraverso le coste italiane, cosa che faceva “sul campo mediterraneo” quando la chiamavano “capitana”. Ma in realtà l’incontro tra i due suscita una brevissima riflessione tanto breve quando fotografante una realtà praticamente certa come la forza di gravità che spinge una penna a cadere se lasciamo la presa.
È la solita sinistra dal Nazareno ai centri sociali
In fin dei conti “l’amicizia” tra i due ci ricorda che alla fine dei conti tra il Pd, i suoi satelliti (quindi Avs inclusa) e i centri sociali non ci sia mai stata differenza. Semplicemente, il vertice rappresentato dal Nazareno è istutizionalizzato e ben vestito a differenza dei sottoposti e dei sobborghi che fanno il lavoro sporco. Ogni tanto queste linee si rinsaldano. Del resto è la stessa Rackete a paragonarsi a Ilaria Salis, quando dice di essere “come lei, accusata per aver fatto ciò che era giusto fare”. Tipo picchiare persone innocenti. O fascisti. O nazisti. Insomma scegliere pure la vostra versione…
Alberto Celletti