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Torna in mare la nave dei centri sociali. Casarini: “Carola una di noi”

by Valerio Benedetti
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Casarini

Roma, 1° lug – Ormai è sempre più chiaro, purtroppo: nonostante Matteo Salvini abbia cantato vittoria per l’arresto di Carola Rackete, la comandante della Sea Watch, la prova di forza dell’Ong tedesca ha agito da cavallo di Troia. Mentre la nave dell’Ong tedesca era al largo delle coste italiane, infatti, sono avvenuti ben 10 sbarchi «fantasma», tra cui quello di Open Arms, per un totale di circa 200 immigrati clandestini approdati a Lampedusa. I «porti chiusi», insomma, sembrano ormai un vago ricordo. È per questo motivo che Luca Casarini, volto noto dei centri sociali, ha annunciato che anche l’Ong Mediterranea è pronta a tornare in azione come «taxi del mare».

Casarini torna in lizza

Nonostante un’indagine a suo carico per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e il sequestro della nave Mare Jonio, infatti, Casarini sembra ringalluzzito per il successo raccolto dalla Sea Watch, che è riuscita a sbarcare il suo «carico» e a incassare il sostegno di media italiani e stranieri. «A brevissimo, questione di ore, massimo un giorno, torneremo in mare con una imbarcazione battente bandiera italiana. Credo sia la migliore risposta a chi ha fatto una guerra contro chi salva le persone», ha annunciato il volto storico dei centri sociali in una conferenza stampa a bordo della Rainbow Warrior a Palermo. E così Casarini, che aveva già offerto il proprio sostegno alla «capitana» con una raccolta fondi, è intenzionato a emularne le «gesta».

Porti chiusi?

«È incredibile che siamo arrivati a questo punto: chi fa affogare le persone è un criminale, chi li costringe nei lager è un criminale, non chi soccorre le persone in mare», ha proseguito Casarini ripetendo a pappagallo la retorica dell’immigrazionismo no border. «Continueremo ad andare in mare, proprio dove non vogliono che noi andiamo. La nostra nave Jonio è sotto sequestro perché abbiamo salvato 50 persone, fra cui una bimba di due anni che ora sta bene», ha aggiunto. Per poi dedicare un pensiero a Carola Rackete: «È una di noi, la abbracciamo forte e andiamo avanti». In sostanza, i centri sociali dell’Ong Mediterranea vogliono tornare a ridosso delle coste libiche per trasportare gli immigrati clandestini direttamente in Italia. Resta a questo punto da vedere se il governo italiano mostrerà sul serio i muscoli, oppure se continuerà a contentarsi di qualche effimero successo social.

Valerio Benedetti

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2 comments

Benny 2 Luglio 2019 - 12:22

Da che mondo e mondo… centri sociali uguale parassiti scanzafatiche contro le forze dell’ordine cannaioli culattoni e occupanti abusivi ,devastatori di citta’ e lanciatori di estintori divenuti martiri. I comunisti??? Che il signore me ne scanzi e liberi!!

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Benny 2 Luglio 2019 - 12:25

Lo si puo’ constatare giorno per giorno quanto questi stronzi comunisti dei centri sociali agiscano sempre e solo contro la legge .Poi dicono il manganello altro che manganello contro questi scanzafatiche .

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