Lo ricordo a un convegno a Napoli, a palazzo Cellammare, mentre spaziava tra i simboli spirituali dellāIndia e dellāEuropa. A un certo punto dovette dire una frase che suonò sgradevole allāorecchio ā sensibilissimo ā di un giovane guĆ©noniano presente in sala. Lāadepto della Tradizione Primordiale si alzò al momento del dibattito e disse: āProfessore, ma come può negare quello che GuĆ©non ci ha insegnato, e che cioĆØ lāIslam ĆØ una grande Tradizione Regolare?ā.
Filippani placò lāinterlocutore con una lunga citazione in arabo. Era la
La soluzione del problema ĆØ tutta qui: consapevolezza che lāIslam esiste, ha la sua specificitĆ , i suoi valori, rivendica i suoi diritti storici e ha tutta la determinazione per voler ribaltare i torti storici che nello scorso secolo ha subito; ma nello stesso tempo orgoglio nel ribadire che esiste una tradizione europea che si snoda attraverso la civiltĆ greca e romana, passa attraverso il Medio Evo germanico, gotico e il suo sviluppo faustiano, si proietta adesso verso unāaurora di civiltĆ ad Oriente con lāemergere di un nuovo popolo, quello russo, ben saldo nella propria anima e riluttante nella āsottomissioneā a qualsiasi punto cardinale.
Insomma esiste in Europa una storia in fieri, che non finisce qui. Filippani che venerava la Donna con la cortesia di un cavaliere medievale forse avrebbe percepito oggi come due moderne Erinni le contrapposte icone della Fallaci e della Boldrini. Odio di sĆ© e odio dellāaltro in opposto estremismo.
La sua venerazione sarebbe andata alla fanciulla Europa, amata da Zeus, che mal si concilia con lāOccidente dominato dalle oligarchie venali o con le
NellāIslam āilluminatoā Filippani ravvisava il perpetuarsi di una vena dāoro che discendeva dalla Persia indoeuropea, dalle antiche civiltĆ mesopotamiche. Ricordava che la setta dei Drusi credeva nella reincarnazione, nel pareggio karmico delle azioni e venerava la DivinitĆ ānel cuoreā, più che nellāadempimento pedissequo della Legge.
Oggi avrebbe visto di buon occhio le amazzoni Curde che combattono lāIsis o i soldati mussulmani della Siria che riportano la statua di Maria Vergine sulla montagna.
Alfonso Piscitelli
4 comments
Articolo interessante, e massimo rispetto per Filippani, ma non concordo con le vostre esternazioni di anti-fallacismo – giĆ espresse in altri articoli – che finiscono per mettervi sullo stesso piano di quelli de l’UnitĆ in merito al “Oriana non aveva ragione”. AldilĆ se si ĆØ d’accordo con gli argomenti della Fallaci – e non tutti mi trovano d’accordo, cosƬ come storco il naso sulle sue simpatie cattoliche, a mio avviso comunque puramente strategiche – quella della Fallaci ĆØ da apprezzare come la voce indipendente di una donna libera: ĆØ una voce aristocratica, che insegna il valore del pensiero individuale contro il pensiero unico e la morale del gregge. Bisogna apprezzare le opere della Fallaci a livello istintuale, ancora prima che contenutistico. L’assetto belligerante della Fallaci ĆØ molto simile a quello di Nietzsche nell’Anticristo: stesso tono, stessa volontĆ di sovvertire i valori dell’uomo comune, stessa provocatorietĆ , stessa espressione di “volontĆ di potenza”. O forse molte parti dell’Anticristo non sono configurabili come “odio”? L’odio in sĆ© ĆØ un sentimento, un istinto, e ogni istinto non ĆØ nĆ© positivo nĆ© negativo, ma sempre ambivalente. L’odio ĆØ l’altra metĆ dell’amore ed ĆØ inseparabile da esso. O forse siete anche voi tra quelli che vogliono condannare le espressioni di “odio”? Mi meraviglio di voi…
La Fallaci era una filo-americana: non diversa dalla Boldrini nel predicare la sottomissione ad uno stile di vita che con l’Europa nulla ha nĆØ può avere in comune.
Paolo,
” aldilĆ ” scritto attaccato come hai fatto tu si usa in funzione di sostantivo maschile, con significato di āvita dopo la morteā
” al di lĆ ” con grafia separata, si usa con valore di locuzione avverbiale
Quindi sarebbe stato più corretto nel tuo caso usare la grafia separata.
Ultima nostra speranza di salvezza eā affidata al capitano Leale martelli.