Roma, 17 dic – Sono stati i mondiali straordinari di Lionel Messi? Stando alla totalità dei media, sì. Certamente, sono stati i “suoi” mondiali, per lo meno rispetto alle partecipazioni precedenti. Le interpretazioni volte all’estremo positivo, però, appaiono tante, in un torneo certamente ottimo disputato dall’argentino, ma per cui forse alcune esagerazioni potrebbero essere evitate. Beninteso che una grande finale potrebbe far schizzare le valutazioni sul suo torneo a livelli mai visti, in una competizione così breve. E beninteso anche che cercare di fare un ragionamento diverso non significa sostenere, come i fan più accaniti del capitano della selecciòn quasi danno per scontato, che egli non sia un fuoriclasse o un campione.
I mondiali e Messi
I mondiali di Messi, fino a quello presente, non sono mai stati granché. Spesso presente nelle marcature (uno dei record di cui è titolare) poco in termini di gioco decisivo. Escludendo l’edizione del 2006 in cui, ancora giovanissimo, si mise in luce con un gol, nelle successive tre il torneo in cui l’argentino dà il meglio di sé è quello del 2014 in Brasile, dove è prolifico nelle segnature, meno nelle prestazioni decisive.
Dunque quando, ad esempio, Fanpage scrive “dunque questo è persino il miglior mondiale di Messi“, fa un’affermazione esaltante di un passato che non è mai esistito. Questo è scontatamente il miglior mondiale di Messi, ma essere migliori di un passato non esaltante non è che sia questo miracolo del creato. La nazionale e i mondiali sono stati il vero tallone d’Achille nella carriera dell’argentino, che ha trovato – questo sì – una buona svolta nella competizione che sta per concludersi. Ma 5 reti di cui 3 su rigore, e 3 assist, rappresentano addirittura un mondiale “straordinario”? Onestamente, appare una valutazione eccessiva. Certamente, un ottimo torneo, nettamente superiore a tutti quelli disputati in precedenza (sebbene non ci volesse molto, soprattutto per quel che riguarda Sudafrica 2010 e Russia 2018), e indicativi di una maturità con la maglia albiceleste finalmente raggiunta. Diciamo che il peso delle considerazioni, in certi casi, appare sproporzionato. Messi ha ancora una partita per “proporzionarlo”. Perché una grandissima finale accompagnata alle ottime prestazioni e ai gol precedenti sì che consegnerebbe un “bilancio finale” in grado di giustificare le esagerazioni dei media.
Una grande partita da disputare contro una signora squadra: la Francia di Didier Deschamps arriva per la seconda volta consecutiva in finale ai mondiali, da campione in carica, e con una capacità offensiva da mettere i brividi. La sfida con Kylian Mbappé è già cominciata. I transalpini si sono dimostrati ancora una volta potentissimi sul fronte offensivo, un po’ più fragili nel reparto arretrato. Lì potrebbe decidersi la partita. E lo sapremo molto presto.
Croazia e Marocco, due sorprese molto diverse
Oggi, alle 18.00 ora italiana, si sfidano Croazia e Marocco. Le due sorprese del Mondiale, o per meglio dire, la conferma croata e lo stupore marocchino, dal momento che Luka Modric e soci arrivano ancora una volta tra le prime quattro, non riuscendo a bissare la finale ottenuta nel 2018. Tuttavia, anche loro possono a buon diritto essere definiti “sorprendenti”, perché per un Paese di 4 milioni di abitanti giungere per due volte consecutive alle semifinali dei campionati del mondo di calcio non è affatto scontato.
In ogni caso le due nazionali hanno stupito in modo diverso. La Croazia più per la regolarità difensiva che per altro, visto che prima di perdere con la selezione argentina gli uomini di Zlatko Dalić avevano in pratica vinto una sola partita, il 4 a 1 con il Canada, e pareggiate quattro (di cui due, con Giappone e Brasile, superate ai calci di rigore). Il Marocco, al contrario, ne vince tre, ne pareggia due (di cui una contro la Spagna, anche in questo caso superata ai tiri dal dischetto) e addirittura subisce un solo gol, prima della sfida persa con la Francia. La sensazione è che, tra le due, ad avere qualche possibilità in più di arrivare in fondo sia stata la formazione araba. Vedremo chi riceverà i maggiori onori nella cosiddetta “finalina”.
Stelio Fergola