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Morto Ghedini, avvocato testimone di un assedio giudiziario che dura ancora oggi

by Stelio Fergola
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Ghedini magistratura italiana

Roma, 18 ago – Muore Niccolò Ghedini, avvocato storico di Silvio Berlusconi, e il richiamo non può che andare a decenni di assedio giudiziario che hanno riguardato in realtà non solo il Cavaliere, ma tutto un universo politico che, da “mani pulite” in poi, è divenuto bersaglio di un tiro a segno di una magistratura troppo spesso politicizzata.

Niccolò Ghedini morto: la storia di cui è stato testimone

Come riporta l’Agi, Ghedini aveva 62 anni, ed era ricoverato al San Raffaele di Milano. Oltre ad essere stato per molto tempo il legale di Berlusconi, era parlamentare di Fi. L’avvocato, del suo assistito, ha osservato negli anni molto, moltissimo. Talmente tanto che qualcuno, di lato, ha scritto un libro su vicissidutini che hanno riguardato anche il suo cliente numero uno. Ci riferiamo a “Il sistema”, il libro-scandalo di Alessandro Sallusti in collaborazione con l’ex-presidente di Anm Luca Palamara, che mette nero su bianco e – senza possibili interpretazioni differenti – il marcio della magistratura italiana politicizzata e poco incline a cercare, quando c’è di mezzo la politica, la giustizia, ma solo posizioni, caselle di potere da scalzare o rimettere al proprio posto a seconda delle necessità del momento, da quel “Salvini ha ragione, ma ora bisogna andargli contro”, in relazione alle questioni anti-immigrazione del leader della Lega quando era ministro dell’Interno, tutto si è esplicitato. Anche se, chi aveva osservato l’attacco giudiziario costante a Silvio Berlusconi dal 1994 in poi, poteva reagire solo in due modi: ignorando, per stupidità o malevola noncuranza, o sottolineando un sistema che esisteva da prima, molto prima che un libro lo mettesse in chiaro in modo ancora più inequivocabile. Un libro sparito dai radar dei media mainstream, nonostante il suo successo editoriale, fatto di centinaia di migliaia di copie vendute.

Berlusconi: “Un carissimo amico”

A prescindere dalla forse truce ironia secondo la quale i migliori amici di Berlusconi non possono che essere stati, in tutti questi anni, proprio i suoi avvocati, il Cavaliere ricorda così Ghedini sui social network: “Ci ha lasciato il nostro Niccolò. Non ci sembra possibile ma purtroppo è così. Il nostro dolore è grande, immenso, quasi non possiamo crederci: tre giorni fa abbiamo lavorato ancora insieme. Cosa possiamo dire di lui? Un grande, carissimo amico, un professionista eccezionale, colto e intelligentissimo, di una generosità infinita. Ci mancherai immensamente, e ci domandiamo come potremo fare senza di te”. E infine la conclusione: “Niccolò caro, Niccolò carissimo, ti abbiamo voluto tanto bene, te ne vorremo sempre. Addio, ciao. Per noi sei sempre qui, tra noi, nei nostri cuori. Un forte, fortissimo abbraccio”.

Stelio Fergola

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2 comments

fabio crociato 18 Agosto 2022 - 12:51

Un ottimo avvocato, forse talmente sensibile di fronte a fori porci da lasciarci per questo anzitempo.
Mi ricorda un altro grande scomparso, anzitempo al par suo, l’ avv. Sergio Ramajoli.

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pietro46 18 Agosto 2022 - 10:54

Certamente le dovute condoglianze alla famiglia dell’avvocato,come x tutti coloro che sono chiamati e lasciare il mondo dei vivi,malgrado nè parente nè amico ns,ma…non si possono sostenere ste str
“Assedio giudiziario contro Berlusconi,e che da ‘mani pulite’ ha riguardato tutto un universo politico che è diventato bersaglio di magistrati ecceccecc…”
Ma non prova vergogna a sostenere simil st…upidate?
Cioè x Lei DUNQUE non c’è distinzione fra i ladri conclamati,indagati,condannati,e chiedenti perdono x l’ammesso ‘male’ commesso e la ‘dignità’ morale di un MSI che non è stato,ed a detta di magistrati e di politici avversari,nemmeno sfiorato da qualsivoglia accusa d’intrallazzo e ladrocinio?Berlusconi si è ‘automartirizzato’ dichiarando di essere stato ‘attenzionato’ per non meno di 600 provvedimenti a suo carico,ed è stato condannato anche se non gli è stata concessa la soddisfazione di sentir ‘cigolare’ alcun portone di un semplice carcere.Che non ci sarebbe stato per niente ‘scomodo’,potendo permettersi,e l’avrebbe fatto,di far condannare dopo ‘autodenuncia’,anche Galliani e Confalonieri e financo Dell’Utri x ‘stare in compagnia’ e non sentirsi solo.E su sto ‘giornale’ si devono proprio ‘sentire’,anche?Si riprenda…che potrei continuare x giorni e giorni se l’artrosi al dito che batte sulla tastiera me lo permettesse.Oltre al fatto che s’indignerebbe anche lui:il dito..

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