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Musulmani in Italia e l’immigrazionismo Lgbt di sinistra: un meraviglioso cortocircuito

by Stelio Fergola
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Musulmani Italia ed Lgbt

Roma, 7 giu – Solo guardando ai numeri dei musulmani in Italia ci si può fare un’idea su una situazione che è abbastanza pressante, per così dire, in termini sociali e culturali. Ma non è solo il semplice dramma del multiculturalismo a tenervi banco, bensì un ragionamento sull’inevitabile contrasto tra le idee di chi ha sempre desiderato ardentemente l’arrivo di orde di clandestini (spesso, appunto, anche musulmani) ma sempre nello stesso campo politico e culturale sostiene da anni i cosiddetti “diritti” delle persone Lgbt.

Musulmani in Italia

I musulmani in Italia non sono affatto pochi, specialmente se raffrontati a quelli di Paesi con una popolazione ben più numerosa della nostra. Per fare un esempio di quelli più clamorosi, gli Stati Uniti, che sul loro territorio hanno la bellezza di circa 300 milioni di abitanti, ospitano circa 3,5 milioni di musulmani. Nel nostro Paese regna un’incertezza dovuta ai dati che, in ogni caso, non registrano un ammontare basso, visto che anche dando retta a ciò che dicono fonti “open”, per così dire, saremmo sul milione e mezzo, mentre secondo Pew Research Center avremmo superato i 2,7 milioni già dal 2017, mentre per il 2050 potremmo contarne più di 12 milioni. E di milioni di abitanti siamo – oggi – meno di 60. In Europa, in proporzione, c’è ovviamente chi è messo peggio di noi: la Francia, con i suoi 65 milioni di abitanti, di appartenenti alla fede islamica ne conta circa sei. In ogni caso, è singolare che uno Stato come gli Usa, il quale auto-celebra sulla cultura mainstream la sua idea di “società aperta”, sia nella realtà molto più “chiusa” delle nostre, nonostante la sua conformazione sociale ed etnica sia – sostanzialmente – un puzzle che noi possiamo soltanto immaginare, almeno come italiani (nel Nord Europa, si sa, la questione è ben più seria e drammatica).

Cara sinistra immigrazionista, con l’universo Lgbt come la mettiamo?

La domanda sorge spontanea: in un Paese in cui da anni la sinistra ciancia del famigerato ddl Zan, in cui si favoleggia di omosessuali torturati per strada, in cui la voglia costante di prevaricare chi non appoggia ogni virgola dei diktat Lgbt viene spacciata per “difesa da aggressioni omofobe”, come si fa con chi appartiene all’Islam? Perché, caso mai non si fosse notato, i musulmani in Italia non mutano con una fantomatica bacchetta magica, ma restano appunto musulmani. Quindi provenienti da realtà ben diverse dalla schizofrenica e impazzita Europa senza un minimo di identità (a quanto pare, neanche sessuale, vista la crescita esponenziale dei deliri gender fluid). E di conseguenza ben poco inclini – per usare un eufemismo – a iniziare un democraticissimo dibattito con il signor Alessandro Zan e tutto ciò che gli sta dietro su quanto una persona si possa sentire donna invece di uomo e, perché no, cavallo invece che antilope. In alcuni dei Paesi in cui l’Islam domina la scena gli omosessuali sono stati “accoppati”, per dirla in termini gergali ma molto esemplificativi. Dove vogliono andare i lor signori pagliacci che da queste parti delirano perfino su un presunto “razzismo contro i gay”, oltre a promuovere adozioni gay in qualsiasi modo possibile (utero in affitto compreso)? Quelli che verranno saranno, almeno in questo, anni molto divertenti.

Stelio Fergola

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1 commento

Louis Vermont 8 Giugno 2023 - 1:37

In realtà non è affatto una contraddizione.
Il fatto è che tutta la propaganda “Lgbt” “gender fluid serve a colpire l’uomo bianco etero, deridendolo, umiliandolo nel punto debole, che in verità è di ogni uomo, ovvero la sua sessualit.
Ci si chieda come mai nelle grottesche carnevalate dei “gay pride” vengano derisi e oltraggiati i simboli cristiani, mai e sottolineo MAI i simboli islamici.
Certo a volte ci possono essere discrasie, ma tutto fa brodo in nome della lotta intersezionale per combattere e distruggere la civiltà europea e la razza bianca.
Idem le campagne antinataliste e di “emancipazione” della donna. La maternità come oppressione per la donna, l’invitare a non fare figli per salvare il pianeta è rivolto soprattutto alle donne bianche e chi desidera concepire progenie bianca. Visto che poi gli stessi e stesse che propinano queste tesi, sono coloro che vogliono più immigrazione perchè “siamo in calo demografico” (Che coincidenza!) e si commuovuono di fronte alle numerose famiglie afro-asiatiche traboccanti di bambini, che ci “arrichiranno” “ci faranno salire il PIL” . Ma è anche quel tipo di famiglia da loro tanto esecerbata nella quale la donna è semplicemente un forno per i figli e il marito, tutto dedita a Casa, Fedeltà al Coniuge e “Chiesa” (Anzi, Moschea!). Eppure alle femministe e ai liberali prog va bene così, non gli senti lanciare strali verso costoro e la loro mentalità. Perchè non sono maledetti bianchi.
No, non è una contraddizione, è frutto di una strategia ben precisa, con un obiettivo finale: la distruzione dell’uomo bianco.
E tutta la propaganda “Lgbt”, femminista, antinatalista, “inclusiva”, “decolonizzatrice” “autenticamente liberale” e altre menate varie va vista in un solo modo:
Una propaganda di genocidio.

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