Home » No, l’Antimafia non è di sinistra, e non lo è mai stata

No, l’Antimafia non è di sinistra, e non lo è mai stata

by Stelio Fergola
0 commento
Antimafia sinistra

Roma, 21 mar – Il caso del Comune di Bari oggetto di un possibile scioglimento “per mafia”, apre a una riflessione sulla sedicente “Antimafia di sinistra”. Qualcosa che non è mai esistito, se non nella presunzione degli esponenti e degli elettori di sinistra medesimi, nella loro incorreggibile tendenza a ostentare una superiorità morale altrettanto inesistente. E la prova sono le reazioni scomposte di buona parte dell’universo fucsia, indignato per l’azione del governo, addiritura definita dal primo cittadino barese e sindaco dell’Anci Antonio Decaro (Pd, “of course”), un “atto di guerra”.

L’Antimafia di sinistra è una bufala

No, l’Antimafia non è di sinistra, con buona pace di Decaro e dei fegati del circo fuscia al seguito, Michele Emiliano incluso (ex magistrato e anche lui coinvolto nelle intercettazioni finora emerse, come riportato da La Verità). Per lo meno se parliamo di “Antimafia” nel senso puro del significato, ovvero di ostilità alla mafia di per sé. Discorso diverso se ci riferiamo alla tendenza culturale stigmatizzata a suo tempo da Leonardo Sciascia. Ma in questa sede non abbiamo il tempo per concentrarci su quello.

Dunque, facciamolo sul concetto di Antimafia quale “ostilità alla mafia”, il quale stato “conquistato” dalla sinistra, che è questione ben diversa. Se guardiamo alla storia, non c’è lotta alla mafia che abbia visto la sinistra più protagonista di altri, anzi: sono più i casi in cui essa promuova impostazioni culturali contrarie alla lotta medesima che non il contrario. Poi certo, ci sono Peppino Impastato e Pio La Torre, le due carte jolly con cui ci si gioca la rendita sempiterna. Ma la realtà è ben altra cosa.

La sinistra è la stessa che tuona sovente contro le forze dell’ordine, che si inventa diritti da legalizzare per i clandestini, che promuove costantemente la legalizzazione delle droghe leggere (e non solo). Altro che “Antimafia”, perché due rondini non fanno primavera. E non bastano un Impastato e un La Torre per cambiare la storia. L’Anfimafia non sarà “di destra” – anche perché il fascismo, ovvero il periodo storico in cui più si è messa all’angolo la criminalità organizzata, non si descriveva “di destra”, prima che i suoi eredi post-bellici coniassero la definizione – ma certamente con la sinistra non ha proprio niente a che spartire. Per cui i vari Decaro, Emiliano, Schlein e compagnia compagneggiante possono frignare quanto vogliono, ma il loro inganno etico vale esattamente quanto quello sociale di “difensori del lavoro”: fa ridere i polli.

Come appropriarsi di un concetto

Basta esibire le immagini di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino un po’ ovunque (perfino alle manifestazioni per la legalizzazione della cannabis) e il gioco è fatto. Poco importa se quando i due magistrati erano in vita non si sia fatto sostanzialmente nulla per difenderne le battaglie. L’importante è spacciarsi per amici della legalità, quando conviene, oppure deturparne il significato quando si parla di droghe o di clandestini da far diventare “nuovi italiani”. Questo è il potere culturale infinito della sinistra, che chiamiamo così per semplificare, perché con la sinistra marxista essa ha pure poco a che spartire, eccetto per un fattore: quello di esercitare ancora oggi una pretesa di intangibilità e di superiorità che ha del grottesco.

Stelio Fergola

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati