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Dal nucleare alla moneta: così la Cina programma il proprio futuro

by La Redazione
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Pechino, 14 gen – Uno dei primi reattori nucleari di quarta generazione è in via di costruzione in Cina, sulla costa della provincia meridionale di Fujian, a circa 400 km da Shanghai. Il primo elemento dimostrativo di 600 MW di potenza dovrebbe essere completato nel 2023. Nel 2011 era stato completato un reattore sperimentale della potenza di 20 MW. Il concetto di “quarta generazione” indica essenzialmente un reattore che genera materiale fissile automaticamente durante il suo funzionamento, “bruciando” così le scorie ed estendendo potenzialmente di millenni le riserve di uranio a nostra disposizione attualmente. Entro il 2030 il progetto punta ad avere un reattore operativo della potenza di 1 GW, che è più o meno lo standard di quelli di terza generazione. Il reattore è raffreddato a sodio fuso, mentre nella provincia di Jiangxi è in costruzione un altro prototipo, a letto di sfere e con raffreddamento a elio.
Al di là delle questioni meramente tecniche, il bello di questa nuova tecnologia è che rende più efficiente di decine di volte il consumo di uranio da parte dei reattori, richiedendo quindi decine di volte meno materia prima per funzionare e producendo un quantitativo ridicolo di scorie. Non è ovviamente al livello teorico della fusione nucleare (combustibile illimitato e scorie zero), ma ha il vantaggio di rappresentare una soluzione fattibile al problema dell’approvvigionamento elettrico alla portata nei prossimi decenni. Infatti, secondo i piani governativi, la potenza nucleare installata in Cina, che attualmente è di 40 GW (poco, se pensiamo al fatto che si tratta di un paese di 1,5 miliardi di abitanti) dovrebbe passare a 400 GW entro il 2050.
La facoltà cinese di programmare in un periodo così lungo di tempo dipende dal fatto che lo Stato non ha rinunciato al controllo sulla moneta e sul credito ed ha sviluppato gradualmente un sistema abbastanza inflattivo di gestione dell’economia nazionale che però dà i suoi frutti. In sintesi, è lo Stato medesimo che inietta liquidità nell’economia reale, e questo attraverso due canali principali. Il primo è costituito dalle quattro mega-banche pubbliche, che erogano credito a basso interesse e lungo termine soprattutto alle imprese esportatrici, che quindi assorbono valuta pregiata dall’estero, necessaria al Governo per finanziare i suoi colossali programmi ferroviari trans-nazionali (Nuova Via della Seta, di cui ci siamo già occupati in passato). Il secondo canale riguarda gli investimenti pubblici in disavanzo, che generano un debito pubblico fittizio gestito secondo i criteri della repressione finanziaria che consente di mantenerne i rendimenti al livello del tasso d’inflazione, o addirittura al di sotto, senza quindi particolari problemi di solvibilità. Ricorda qualcosa? Si, è sostanzialmente il modello che per mezzo secolo (dagli anni ’30 agli anni ‘70) l’Italia ha adottato per crescere a “ritmi cinesi”, anche se sarebbe più corretto dire che è la Cina a crescere a ritmi italiani attualmente.
È un modello perfetto ed esente da rischi? Assolutamente no, e nessuno sano di mente si sognerebbe mai di dirlo. Guardiamo proprio alla Cina: questo fiume ininterrotto di liquidità che lo Stato eroga direttamente (deficit pubblico) o indirettamente (banche pubbliche) ha generato ed in parte continua a produrre problemi notevoli di spreco di risorse, corruzione endemica e soprattutto speculazione immobiliare, visto che gli investimenti infrastrutturali fanno lievitare i costi dei terreni edificabili, finendo per arricchire i palazzinari.
Questi problemi esistono, ed esistevano in Italia, bisogna però fare i conti con la realtà. È meglio crescere, pur con mille problemi comunque affrontabili (a patto che esista una classe politica interessata ad affrontarli seriamente) ed avere quindi le risorse necessarie a programmare avanti di decenni il proprio sviluppo oppure è preferibile languire nell’eterna austerità?
Matteo Rovatti

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3 comments

paolo 14 Gennaio 2018 - 4:21

ovviamente è meglio crescere
e risolvere i problemi nel mentre,visto che nella crescita si hanno abbondanza di forze per farlo.
spero che gli italiani lo capiranno,prima che sia troppo tardi….

Reply
Raffo 14 Gennaio 2018 - 10:25

Purtroppo da vecchio biochimico che ha avuto la fortuna di studiare alla alma mater bolognese quando ancora i professori di chimica , biologia e fisica erano veri luminari mi si spezza il cuore…… già allora con competenza si discuteva di argomenti quali centrali nucleari a basso impatto,di inceneritori con catalizzatori chimici per la salvaguardia ambientale e di fotovoltaico combinato a calore prodotto dalle biomasse…….ora dopo il letame radical -chic comunistello che da decenni sommerge il nostro povero paese ci ritroviamo con la Cina giunta a livelli di fissione nucleare tecnicamente inattaccabili , con paesi dove il combinato biomassa-fotovoltaico sta prendendo forma con grande beneficio per l’ambiente e città come monaco di baviera con tre fra incenitori e termovalorizzatori a basso impatto ambientale……. ricordiamo che la Baviera come qualità e aspettative di vita non è seconda a niente e a nessuno……..e nella penisola italiota??? Fra politici idioti e ignoranti, professionisti delle “cazzate” pseudo verdi e giornalai del tanto peggio-tanto meglio siamo all’età della pietra,con le università piene di idioti raccomandati che studiano il gender,l’ameba e l’ermafrodito………ma come è possibile che città come Roma e Napoli non abbiamo un inceneritore con tante università e scienziati in loco presenti…….in Austria, Svezia, Danimarca, Norvegia sono forse tutti stupidi o cretini ad usare il riciclo,il differenziato e la moderna chimica e ingegneria per inceneritori il più possibile rispettosi della nostra vita, poiché anche il più deficiente sa che l’energia senza pericoli non esiste………lo sanno i coglioni della finta e mafiosa pseudo protezione ambientale che al momento solo un uso combinato delle risorse è fattibile …………..
altrimenti torniamo a vivere nelle caverne bruciando i rifiuti in un pentolino per scaldarci………..mentre gli altri corrono noi pecoroni sudditi italioti siamo al medio-evo, con città divenute fogne a cielo aperto , siamo nelle mani di novelli don Rodrigo…..
con tutto il rispetto per vassalli, valvassori e valvassini.
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Si Dai 15 Gennaio 2018 - 3:56

Penso che il tuo commento, con aggiustatura di un qualche punteggiatura potrebbe far parte dell’articolo stesso. Grande.

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