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Perfino gli “sbufalatori” sbugiardano Murgia e Saviano sulla parata del 2 giugno

by Michele Iozzino
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Roma, 6 giu – Per una volta anche i cosiddetti “sbufalatori” ne hanno azzeccata una, bollando come una fake news l’inconsistente polemica di Michela Murgia, poi prontamente ripresa anche da Roberto Saviano, sulla parata del 2 giugno.

Il parere degli “sbufalatori”

Quasi non ci si crede, ma le accuse al limite del paranoico che la Murgia aveva rivolto agli incursori del GOI devono aver raggiunto un livello di sconcezza tale da aver messo in imbarazzo anche ambienti teoricamente a lei più vicini. Anzi, se si va sbirciare sul suo profilo Instagram si può notare sotto al post dal quale è partita la diatriba una scritta rossa che reca il seguente avviso: “Contesto mancante. Fact-checker indipendenti sostengono che le informazioni presenti in questo post potrebbero fuorviare le persone”. Il banner rimanda poi a un articolo del solito David Puente su Open, il quale spiega l’ovvio, ovvero che il gesto del braccio alzato identificato dalla Murgia come un saluto romano è invece un gesto che indica il segnale di “attenti a sinist”, peraltro usato da diverse altre unità, e che l’urlo “Decima!” non è una novità di quest’anno. Puente insiste poi sulla distinzione tra un prima e un dopo per la Decima Mas, con la data dell’8 settembre a fare da spartiacque. Ma se l’accostamento con la Decima Mas fosse di per sé sufficiente a destare scandalo, aggiungiamo noi, allora anche l’intitolazione del Comsubin a Teseo Tesei dovrebbe farlo. Non che ora Puente sia diventato un’autorità o che le censure contro le fake news siano diventati un fatto positivo. Anzi, di certo non possiamo seguirli nella demonizzazione della Decima Mas nel periodo in cui era guidata da Junio Valerio Borghese durante la RSI, seppure è incontestabile che la Marina Militare e il Comsubin rivendichino più che altro l’eredità della Decima Mas pre-1943.

E la Murgia rilancia

Che quelle della Murgia siano delle allucinazioni è chiaro un po’ a tutti, tranne forse che a lei. Intervenendo nuovamente sulla questione ha lasciato stare il dato puramente fattuale e si è lanciata in un vero e proprio processo alle intenzioni verso il presidente del Senato Ignazio La Russa: “La vera domanda è: sono io ignorante, oppure è il presidente del Senato che ha strumentalizzato quei segni e quelle parole a suo modo? Lasciando intuire a chi guardava che quella sequenza sottintendesse altro? Se la risposta è la seconda, e io credo di sì, dovrebbero essere le stesse forze armate a chiedere a La Russa perché ha permesso, con la sua pantomima dal palco, di equivocare il loro gesto innocente. Se su quel palco non ci fosse stato lui, nessuno avrebbe pensato quello che in tanti abbiamo pensato. Però lui c’era, e questo cambia tutta la cornice interpretativa. Chi è più ignorante: chi non interpreta bene il singolo particolare, o chi non interpreta bene l’insieme del contesto?”. Insomma, La Russa sarebbe colpevole a prescindere e anzi sarebbe lui a dare il tono, quasi fosse una sorta di re Mida che trasforma tutto ciò che tocca in fascismo. Anche se sicuramente non è quella indicata dalla Murgia, la destra in tutto questo un colpa ce l’ha. A furia di chiedere scusa, di cedimenti culturali, di distinguo non richiesti, ha lasciato spazio di manovra a chi usa l’antifascismo come una clava e come uno strumento di ricatto.

Michele Iozzino

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Perfino gli “sbufalatori” sbugiardano Murgia e Saviano sulla parata del 2 giugno – Blog di Scrillo 7 Giugno 2023 - 8:15

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