Roma 8 mag – Era l’8 maggio del 1898 e a Torino si svolgeva, in un solo giorno, il primo campionato di calcio italiano. In un’Italia unita da meno di 40 anni e scossa da proteste in varie città a causa della disoccupazione e dei bassi salari, il 7 maggio, in seguito all’aumento del prezzo del grano da 35 a 60 centesimi, dilagò la rivolta.
Soprattutto a Milano, dove il famoso generale Bava Beccaris, divenuto Regio Commissario Straordinario della Città e Provincia di Milano su mandato del Presidente del Consiglio dei Ministri Antonio Starabba di Rudinì, sparò sulla folla. Una situazione di forte tensione sociale quella in cui si andò ad inserire lo sport che diverrà negli anni il più amato e seguito dagli italiani.
Il ”Campionato Italiano di Football” del 1898 fu organizzato dalla FIF (Federazione Italiana Football), nata nel marzo dello stesso anno. Il campionato fu un quadrangolare al quale parteciparono tre squadre di Torino (Internazionale Torino, FC Torinese, Ginnastica Torino) e una di Genova (il Genoa). Le partite si svolsero in un solo giorno al Velodromo Umberto I e videro prevalere la squadra genovese che sconfisse nella prima partita la Ginnastica Torino per 2-1 e nella finale l’Internazionale Torino sempre per 2-1 con le reti di Spensley e Leaver. Il premio fu una coppa donata dal Duca degli Abruzzi e una targa per ogni giocatore.
I prezzi dei biglietti per le singole partite erano di 25 centesimi di lira oppure 1 lira per il posto a sedere nella tribuna. La finalissima fu seguita da 100 spettatori. L’evento fu annunciato dal giornale “La Stampa” il giorno precedente. Ma lo stesso quotidiano ignorò del tutto il risultato del torneo, forse a causa della vittoria dell’unica squadra non torinese. Il campanilismo era difatti ancora largamente diffuso sebbene l’unità del Regno d’Italia risalisse a soli quattro decenni prima.
Era un calcio diverso, dove le partite si concludevano con quello che oggi si chiama terzo tempo e che i rugbisti lodano ai quattro venti. Un calcio, anche tatticamente, che poco assomiglia a quello di oggi. Si giocava con due difensori e gli altri tutti in attacco. Come dimostra la formazione del Genoa, prima squadra campione d’Italia. Un 2-3-5 detta “Piramide di Cambridge”. Un calcio, quindi, che doveva molto agli inglesi, vista la folta presenza di allenatori e calciatori inglesi fino agli anni ’30, ma che con il tempo ha assunto proprie caratteristiche e facendo scuola per il mondo.
Quello che si sta per concludere è l’83° campionato di serie A a girone unico (il primo fu quello del 1929/1930). Un campionato che ha perso molto del suo fascino, tra scandali di scommesse, calciopoli e i sempre maggiori interessi di business che piano piano stanno uccidendo la passione dei milioni di italiani che ogni domenica, per 90 minuti, dimenticano tutto il resto.
D’altronde una vecchia canzone di Silvio Silvestri, cantautore romano e romanista, in omaggio alla sua squadra del cuore, recita “e se il governo ha messo un’altra tassa, domenica allo stadio non ci pensiamo, e se vinciamo ce lo scordiamo, ce lo scordiamo e non ci pensiamo più” (tradotto dal romanesco).
Un inno valido però per tutti i tifosi di calcio. E soprattutto che ben si lega alla nascita del campionato italiano di calcio. Nato dopo, per l’appunto, l’ennesima tassa del governo.
Federico Rapini